LIFE: la missione spaziale che potrebbe rivoluzionare la ricerca della vita extraterrestre
Nel cuore della cosmologia moderna si annida una delle domande più affascinanti dell’umanità: quanto è diffusa la vita nell’universo? La risposta potrebbe arrivare grazie a LIFE, un ambizioso progetto che prevede una flotta di telescopi spaziali capaci di analizzare i segreti nascosti nelle atmosfere di pianeti simili alla Terra.
Un progetto innovativo per cercare la vita tra le stelle
LIFE (Large Interferometer For Exoplanets) è un concetto missione progettato per andare oltre gli attuali limiti tecnologici nella ricerca di biosignature: quei segnali chimici che, nelle atmosfere planetarie, potrebbero indicare la presenza di vita.
Il cuore della missione prevede quattro telescopi spaziali che volano in formazione attorno a una navetta centrale chiamata combinatrice. I telescopi agiranno come un unico strumento grazie alla tecnica dell’interferometria di nulling, che consente di cancellare il bagliore delle stelle ospiti combinando la luce “fuori fase”. Il risultato? La luce dei pianeti orbitanti diventa visibile, pronta per essere analizzata.
Il ruolo della luce infrarossa e delle biosignature
Anche se LIFE non produrrà immagini dettagliate dei pianeti, sarà capace di osservare nello spettro infrarosso medio, misurando la composizione chimica delle loro atmosfere. Molecole come ossigeno, ozono, vapore acqueo, metano, ossido di diazoto e fosfina diventano indizi cruciali di possibili attività biologiche.
L’obiettivo sarà analizzare almeno alcune dozzine di esopianeti rocciosi nella zona abitabile delle rispettive stelle. Anche un singolo rilevamento positivo cambierebbe radicalmente la nostra visione del cosmo.
E se LIFE non trovasse nulla?
Curiosamente, anche l’assenza di rilevamenti rappresenta una scoperta di enorme valore scientifico. Gli astronomi dell’ETH Zurich, che guidano lo sviluppo concettuale di LIFE, hanno utilizzato modelli statistici per rispondere a una domanda chiave: quanti pianeti dovrebbero essere osservati senza risultati per poter dire che la vita è rara?
Usando la statistica bayesiana, che tiene conto di ciò che già sappiamo (i cosiddetti priori), i ricercatori hanno scoperto che se LIFE analizzasse tra 40 e 80 esopianeti senza trovare biosignature, si potrebbe affermare con una buona fiducia statistica che meno del 10-20% dei pianeti simili alla Terra nella galassia ospitano forme di vita rilevabili.
La statistica come bussola nella vastità cosmica
Per rafforzare i risultati, gli scienziati hanno applicato anche un approccio frequentista, basato sulla frequenza degli eventi osservati. I risultati sono stati sorprendentemente simili. Questo suggerisce che, indipendentemente dalla metodologia, un numero sufficientemente ampio di osservazioni può fornire indicazioni solide sulla rarità o sulla diffusione della vita.
Ma ci sono dei limiti. Alcune biosignature sono difficili da rilevare, e non tutti i pianeti osservati potrebbero essere effettivamente abitabili. Inoltre, la complessità delle osservazioni potrebbe portare a falsi negativi o a errori di campionamento.
Una missione ancora sulla carta, ma con enormi potenzialità
Al momento, LIFE è ancora solo un progetto in fase concettuale e non ha ricevuto il via libera da nessuna agenzia spaziale. Tuttavia, i suoi principi, gli strumenti e gli obiettivi sono già fonte di forte interesse e discussione nella comunità scientifica. Il potenziale impatto della missione è straordinario: anche in caso di assenza totale di biosignature, LIFE ci permetterebbe comunque di quantificare quanto siano rari i mondi abitati.
E se invece, LIFE dovesse trovare anche solo un pianeta con segnali compatibili con la vita, potremmo trovarci di fronte a una delle scoperte più rivoluzionarie della storia umana.