Un passo avanti verso l’integrazione tra mente e tecnologia
Un team di ricercatori in Corea del Sud ha progettato una nuova interfaccia cervello-macchina capace di leggere l’attività elettrica del cervello e trasformarla in comandi, come rispondere a una telefonata semplicemente con il pensiero. Il dispositivo, testato con successo su sei volontari, è stato progettato per essere indossato tra i capelli, dove minuscoli micro-sensori adesivi catturano i segnali cerebrali in modo non invasivo ma estremamente preciso.
Tecnologia invisibile ma potente
A differenza degli impianti cerebrali invasivi — costosi, rischiosi e complessi — questa soluzione si basa su microaghi flessibili integrati in placchette grandi pochi millimetri. Queste placchette si inseriscono tra i follicoli dei capelli, aderendo in modo stabile e discreto al cuoio capelluto. L’innovazione consente la lettura continua e affidabile dei segnali neurali, anche durante attività dinamiche come camminare o correre.
Controllo mentale nelle attività quotidiane
Il dispositivo ha mostrato alta efficienza durante una serie di test reali. I partecipanti sono riusciti a gestire videochiamate usando solo l’attività cerebrale: rispondere, rifiutare o terminare una chiamata, tutto senza toccare fisicamente lo smartphone. Un risultato notevole, ottenuto senza compromessi sulla comodità o sull’autonomia — il sensore può funzionare oltre 12 ore senza necessità di ricarica.
Dalla sperimentazione all’uso quotidiano
L’interesse per le interfacce neurali è in costante crescita, soprattutto in ambito medico e tecnologico. Tuttavia, fino a oggi, le soluzioni più efficaci erano legate a dispositivi impiantabili, che richiedevano chirurgia e implicavano rischi clinici. L’arrivo di sensori non invasivi ma sensibili rappresenta un potenziale punto di svolta per l’interazione uomo-macchina.
Un ponte diretto tra cervello e dispositivi
La possibilità di comunicare direttamente con uno smartphone o un computer usando il cervello apre scenari interessanti non solo per chi ha disabilità motorie, ma anche per il grande pubblico. Immagina di poter attivare assistenti vocali, avviare un’app o persino scrivere un messaggio… senza muovere un dito.
Se confermati su scala più ampia, questi sensori potrebbero diventare una delle tecnologie wearable più rivoluzionarie del prossimo decennio. Il loro impatto andrà ben oltre le chiamate: potrebbero ridefinire l’interazione tra persone e dispositivi, spingendoci verso una nuova era della neuro-tecnologia di consumo.