Il legno nei taglieri: più pulito di quanto si pensi
Negli anni ’90, il microbiologo Dean Cliver dell’Università della California a Davis ha condotto esperimenti rivoluzionari che hanno scardinato molte certezze nel campo dell’igiene alimentare. L’obiettivo era capire se i taglieri in legno potessero essere puliti in modo altrettanto efficace di quelli in plastica. I risultati furono sorprendenti: in condizioni sperimentali controllate, i taglieri in legno ospitavano meno batteri rispetto a quelli in plastica.
Il legno, pur essendo un materiale poroso, ha dimostrato una capacità straordinaria di assorbire i batteri al suo interno, allontanandoli dalla superficie di contatto con gli alimenti. I batteri assorbiti non sopravvivono a lungo, rendendo così il legno una superficie naturalmente auto-sanificante.
Plastica: facile da igienizzare ma non sempre più sicura
È vero che la plastica è più semplice da disinfettare, soprattutto perché può essere lavata in lavastoviglie. Tuttavia, a differenza del legno, si graffia più facilmente, creando microfessure che possono diventare rifugi per germi e batteri. Queste incisioni, invisibili a occhio nudo, complicano l’igiene nel lungo periodo.
Inoltre, studi recenti — inclusi quelli citati da riviste scientifiche internazionali nel 2023 — hanno sollevato dubbi preoccupanti sulle microparticelle di plastica. Queste minuscole particelle, rilasciate durante l’uso dei taglieri, potrebbero finire nel cibo e, potenzialmente, nell’organismo umano. Anche se la ricerca è ancora in fase preliminare, la questione resta aperta.
Il ruolo dei tipi di legno e dei trattamenti superficiali
Secondo uno studio del 2023, il tipo di legno utilizzato ha un’influenza significativa sull’efficacia antimicrobica. Alcune essenze come quercia rossa e quercia bianca risultano particolarmente efficaci contro la Listeria, mentre il faggio europeo si è dimostrato più attivo contro la Salmonella.
La finitura del legno è un altro elemento cruciale. I trattamenti con olio minerale o olio di lino, pur proteggendo il materiale, limitano la capacità del legno di assorbire i batteri, lasciandone una maggiore quantità sulla superficie per le prime 24 ore. I ricercatori sconsigliano l’uso di prodotti commerciali trattanti, spesso venduti insieme ai taglieri.
Igiene quotidiana: la vera chiave della sicurezza alimentare
Janet Buffer, specialista della Milken Institute School of Public Health alla George Washington University, ribadisce che non è il materiale del tagliere a fare la differenza, ma le abitudini di pulizia. È essenziale lavare ogni tagliere — in legno o plastica — con acqua calda e sapone, risciacquando poi con una soluzione igienizzante (es. 1 cucchiaino di candeggina in 2 tazze d’acqua).
Buffer consiglia di utilizzare taglieri distinti per carne e verdure, e sottolinea che anche i vegetariani devono mantenere elevati standard igienici. Molte verdure a foglia fresca sono spesso implicate in focolai di intossicazioni alimentari.
Conclusioni della ricerca scientifica
Le evidenze attuali, sostenute anche da fonti autorevoli come Scientific American, National Sanitation Foundation (NSF) e Journal of Food Protection, indicano che i taglieri in legno non solo non sono meno igienici, ma in certi casi possono essere più sicuri dei loro equivalenti in plastica, a patto di una corretta manutenzione e pulizia.