Miglioramenti duraturi nei pazienti con depressione resistente
Uno studio clinico internazionale, pubblicato sulla rivista Brain Stimulation, ha dimostrato che la stimolazione del nervo vago (VNS) può apportare benefici significativi e duraturi nelle persone affette da depressione maggiore resistente ai trattamenti. L’indagine ha coinvolto 493 adulti, tutti con una storia clinica di depressione che non aveva risposto a precedenti terapie: in media, ogni partecipante aveva sperimentato 13 trattamenti falliti e convissuto con la malattia per più della metà della propria vita.
Il protocollo e i risultati del trattamento VNS
A ogni soggetto è stato impiantato un dispositivo in grado di stimolare il nervo vago, uno dei due nervi principali che connettono il cervello agli organi vitali. Il dispositivo è stato attivato in metà del gruppo, con l’obiettivo di trasmettere impulsi elettrici alle regioni cerebrali che regolano l’umore. Dopo circa dieci mesi, i pazienti sottoposti alla VNS hanno riportato miglioramenti nei sintomi depressivi, maggiore qualità della vita e una funzionalità quotidiana più efficiente rispetto al gruppo di controllo.
Un approccio promettente per forme gravi di depressione
Il professore di psichiatria Charles Conway della Washington University di St. Louis, ha sottolineato quanto questi risultati siano notevoli, considerata la gravità della patologia nei partecipanti. Nonostante l’elevato livello di resistenza alla cura, i miglioramenti registrati sono stati statisticamente significativi, con ricadute positive sulla salute mentale e sul benessere generale dei pazienti.
Le sfide e le cautele da considerare
Tuttavia, il successo del trattamento deve essere valutato con attenzione. Secondo la scala MADRS (Montgomery-Åsberg Depression Rating Scale), non sono emerse differenze sostanziali nella sintomatologia depressiva tra i due gruppi. Inoltre, pochi partecipanti hanno raggiunto una remissione completa, e lo studio è stato parzialmente finanziato da LivaNova USA, azienda produttrice del sistema VNS, sollevando dubbi sull’indipendenza dei risultati.
Nuove prospettive e applicazioni future
Nonostante questi limiti, l’approccio VNS mostra un potenziale terapeutico importante, soprattutto per chi è affetto da depressione resistente e per chi non riesce a trovare sollievo con gli antidepressivi convenzionali. Lo stesso protocollo verrà ora esteso a pazienti con disturbo bipolare, con l’intento di esplorarne l’efficacia in un ambito clinico più ampio. I ricercatori mirano inoltre a prolungare lo studio per altri quattro anni, per identificare quali sottogruppi di pazienti traggono il massimo beneficio da questo trattamento.
Secondo studi precedenti, i benefici della VNS tendono a essere prolungati nel tempo una volta che il paziente risponde alla terapia, offrendo una nuova speranza clinica per coloro che da anni combattono contro forme gravi e croniche di depressione.