Un enigma genetico svelato dopo sei decenni
Nel 2024, dopo oltre 60 anni di indagini genetiche, due gruppi di ricerca indipendenti hanno finalmente decifrato il mistero del pelo arancione nei gatti domestici. Il protagonista della scoperta è un gene chiamato Arhgap36, che ha mostrato una iperespressione sorprendente nei gatti dal manto color marmellata.
La delezione che cambia tutto
I genetisti hanno identificato una delezione di 5 kilobasi in una regione non codificante del genoma, localizzata a monte del gene Arhgap36. Questo segmento mancante è stato trovato in tutti i gatti arancioni analizzati, tra i 188 esemplari studiati: 145 arancioni, 6 calicò/tartarugati e 37 non arancioni. La delezione agisce come un interruttore regolatore, alterando la produzione di RNA e quindi la manifestazione del colore.
Il ruolo del cromosoma X nella colorazione
Il gene Arhgap36 è situato sul cromosoma X, fatto che chiarisce le differenze di colorazione tra maschi e femmine. I maschi, avendo un solo cromosoma X, esprimono la mutazione in modo uniforme, diventando completamente arancioni. Le femmine, invece, possiedono due cromosomi X: a causa dell’inattivazione casuale di uno dei due X in ogni cellula, mostrano spesso un mosaico di colori come nel caso delle gatte calicò o tartarugate.
Quando una femmina eredita la mutazione su entrambi i cromosomi X, il suo manto può essere interamente arancione, una rarità genetica che la rende simile ai maschi in termini di pigmentazione.
Nessun impatto sulla salute o l’intelligenza
Sebbene i gatti arancioni siano spesso etichettati come poco intelligenti in base a stereotipi aneddotici, non esistono prove scientifiche che colleghino il colore del pelo con la cognizione o la salute mentale. Il gene Arhgap36, sebbene coinvolto nello sviluppo in altre specie, appare iperespresso solo nei melanociti dei gatti arancioni, senza conseguenze patologiche evidenti.
L’apporto dello studio giapponese
Un secondo studio, condotto dal genetista Hidehiro Toh della Kyushu University, ha confermato l’importanza di Arhgap36. La sua ricerca ha dimostrato che l’aumento dell’espressione del gene altera l’equilibrio tra eumelanina (marrone scuro/nero) e feomelanina (rosso/giallo), favorendo l’accumulo di pigmenti caldi tipici del manto arancione.
Studi disponibili su bioRxiv
Entrambi i lavori, frutto della collaborazione tra laboratori statunitensi e giapponesi, sono disponibili su bioRxiv in attesa di peer review, segnando una pietra miliare nella genetica felina.
Fonti autorevoli: Nature Genetics, Science Advances, bioRxiv, Kyushu University