Il misterioso risveglio di Ansky nella galassia SDSS1335+0728
In una galassia remota distante circa 300 milioni di anni luce dalla Terra, un evento cosmico straordinario sta attirando l’attenzione degli astronomi di tutto il mondo. Il protagonista è Ansky, il nome dato a un buco nero supermassiccio situato nel cuore della galassia SDSS1335+0728, che ha iniziato a risvegliarsi dopo un lungo periodo di inattività.
Questo risveglio è stato segnalato nel 2019, quando la galassia ha improvvisamente cominciato a emergere con una luminosità anomala. Tuttavia, è stato dal 2024 che Ansky ha mostrato comportamenti davvero inusuali, emanando ciclicamente potenti raffiche di raggi X, un fenomeno rarissimo noto come eruzioni quasi-periodiche (QPE).
Un comportamento anomalo mai osservato prima
A differenza delle normali QPE, le esplosioni di Ansky durano dieci volte più a lungo e risplendono con un’intensità dieci volte superiore rispetto ai casi precedenti documentati. Secondo Lorena Hernández-García dell’Università di Valparaíso, si tratta della prima osservazione diretta di una QPE proveniente da un buco nero in fase di risveglio.
Diversi osservatori spaziali sono impegnati nel monitoraggio del fenomeno: tra questi l’XMM-Newton, NICER, Chandra e Swift della NASA, strumenti fondamentali per analizzare nel dettaglio le misteriose pulsazioni provenienti da Ansky.
Teorie alternative e nuove domande sull’origine delle QPE
La teoria classica prevede che le QPE siano causate da interazioni tra il disco di accrescimento del buco nero e un altro oggetto celeste, come una stella o un buco nero minore. Tuttavia, nel caso di Ansky, non esistono evidenze di una stella distrutta, costringendo gli scienziati a esplorare ipotesi alternative.
Una possibilità è che un piccolo oggetto celeste attraversi ripetutamente il disco di gas che circonda il buco nero, generando shock che innescano le esplosioni di raggi X. Questo scenario, ancora teorico, potrebbe ridefinire le conoscenze attuali sull’evoluzione dei buchi neri e sui processi gravitazionali estremi che regolano l’universo.
Verso una nuova comprensione dei fenomeni cosmici
Secondo Erwan Quintin dell’Agenzia Spaziale Europea, siamo ancora in una fase in cui i modelli superano i dati. Tuttavia, le osservazioni di Ansky aprono la strada a una nuova interpretazione delle QPE. I dati raccolti in futuro, soprattutto grazie a nuove missioni dell’ESA, potrebbero fornire informazioni cruciali anche sulle onde gravitazionali che accompagnano queste eruzioni energetiche.
Questo buco nero, che sembra “premere il tasto snooze cosmico” ogni pochi giorni, sta rivelando quanto ancora ci sia da scoprire sulle dinamiche più profonde dell’universo.