Una scoperta storica: identificato il primo buco nero isolato
Per la prima volta nella storia dell’astronomia, è stata confermata l’esistenza di un buco nero solitario che si muove liberamente nella Via Lattea, senza alcuna stella compagna a tradirne la presenza. L’oggetto, identificato come OGLE-2011-BLG-0462, si trova a circa 5.000 anni luce di distanza dalla Terra, ed è stato rilevato grazie a un effetto noto come microlente gravitazionale.
Il fenomeno della microlente gravitazionale e l’osservazione
Gli astronomi hanno individuato il buco nero mentre passava davanti a una stella situata nella direzione del centro galattico. Il passaggio ha provocato un lieve ingrandimento della luce stellare, causato dalla deformazione dello spazio-tempo: un effetto previsto dalla teoria della relatività generale di Einstein.
La prima segnalazione dell’oggetto risale al 2022, ma solo grazie a nuove osservazioni con il Telescopio Spaziale Hubble (HST) e ai dati dell’ESA Gaia, raccolti tra il 2021 e il 2022, si è potuta confermare la vera natura dell’oggetto: un buco nero con una massa pari a 7,15 masse solari, con un margine d’errore di 0,83 masse solari.
Il buco nero che sfugge al buio
A differenza di altri buchi neri stellari, OGLE-2011-BLG-0462 non mostra emissioni di luce né radiazioni X, rendendolo invisibile ai normali strumenti di rilevamento. La sua esistenza silenziosa è stata rivelata esclusivamente grazie alla sua influenza gravitazionale su una stella di sfondo.
Questa caratteristica unica ha permesso di escludere l’ipotesi che l’oggetto potesse essere una stella di neutroni, la cui massa non avrebbe potuto causare una deviazione così marcata nel percorso della luce.
Una traiettoria accelerata nello spazio galattico
Secondo le analisi, il buco nero viaggia a una velocità di circa 51 chilometri al secondo rispetto alle stelle vicine. Questo movimento suggerisce che, probabilmente, la sua nascita sia avvenuta in seguito a una supernova estremamente energetica, che lo ha proiettato nello spazio interstellare con una forza sufficiente a separarlo da qualsiasi altro oggetto.
Futuri sviluppi e nuovi strumenti di osservazione
Con l’arrivo di nuovi strumenti di osservazione come l’Osservatorio Vera C. Rubin e il Telescopio Spaziale Nancy Grace Roman, si prevede che nei prossimi anni verranno rilevati molti altri buchi neri solitari, grazie al monitoraggio di eventi di microlente gravitazionale su vasta scala.
Il The Astrophysical Journal ha recentemente pubblicato l’articolo scientifico che certifica la scoperta, sottolineando come OGLE-2011-BLG-0462 rappresenti una pietra miliare nella caccia ai buchi neri invisibili.
Fonti autorevoli: NASA, ESA, The Astrophysical Journal, Space.com, Nature Astronomy.