Acqua e neonati: un binomio meno naturale di quanto sembri
L’acqua è l’elemento più naturale al mondo, ma per i neonati sotto i sei mesi può trasformarsi in un serio pericolo. Una raccomandazione che sorprende molti genitori alla prima esperienza riguarda proprio questo: evitare di dare acqua ai bambini molto piccoli, anche se può sembrare l’alimento più innocuo. Dietro questo consiglio si cela una motivazione medica precisa: il loro organismo non è ancora pronto per gestirla.
I rischi dell’intossicazione da acqua nei primi mesi
Nei neonati, i reni non sono ancora pienamente sviluppati. Questo significa che non riescono a filtrare e bilanciare correttamente grandi quantità di liquidi. Se un neonato beve troppa acqua, anche solo in piccole quantità ma in modo regolare, può andare incontro a un fenomeno noto come intossicazione da acqua.
Questa condizione si verifica quando l’eccesso di acqua diluisce il sodio nel sangue, provocando iponatriemia. Le cellule del corpo, cercando di compensare, si rigonfiano. E nel cervello, questo rigonfiamento può avere conseguenze gravi, come:
- Letargia e confusione
- Convulsioni
- Nausea e vomito
- Scarso controllo muscolare
- Nei casi peggiori, coma o addirittura morte
Perché il latte materno (o la formula) basta
Il latte materno è composto per circa l’87% da acqua, e contiene anche tutti i nutrienti ed elettroliti essenziali per il bambino. Anche la formula, se preparata correttamente, fornisce la stessa idratazione. Questo significa che non serve integrare con acqua, nemmeno nei mesi più caldi.
Uno studio condotto su neonati in climi tropicali ha confermato che non si verifica disidratazione nei bambini allattati esclusivamente al seno o con formula, nemmeno con temperature elevate. Il latte da solo è sufficiente per mantenere l’equilibrio idrico perfetto nei primi mesi.
Lo stomaco piccolo dei neonati e lo squilibrio nutrizionale
I neonati hanno uno stomaco molto piccolo: bastano pochi millilitri di acqua per riempirlo. Se quel poco spazio viene occupato da un liquido privo di calorie, il risultato è una riduzione dell’apporto di nutrienti essenziali.
L’introduzione prematura di acqua può quindi portare a:
- Scarso aumento di peso
- Ritardi nello sviluppo
- Carenze nutrizionali
- Indebolimento del sistema immunitario
Un altro aspetto da non sottovalutare è che il bambino può abituarsi a bere senza che ci sia un vero bisogno, riducendo l’interesse per il latte che invece dovrebbe essere l’unica fonte di nutrimento in questa fase.
Quando si può iniziare a introdurre l’acqua?
Secondo le raccomandazioni di organismi sanitari internazionali, dopo i sei mesi si può cominciare ad offrire piccole quantità di acqua, soprattutto in concomitanza con l’introduzione dei cibi solidi. In questa fase, l’acqua:
- Aiuta il bambino ad abituarsi a bere da una tazza
- Contribuisce a mantenere una buona igiene orale
- Favorisce la digestione dei nuovi alimenti
Ma attenzione: non più di 120-240 ml (4-8 once) al giorno, e solo in piccole dosi distribuite nel tempo. Fino al primo anno di vita, il latte resta la fonte principale di idratazione.
E in caso di disidratazione?
In circostanze eccezionali, come in caso di febbre alta, diarrea o vomito, può essere necessario intervenire. In questi casi, tuttavia, non si usa acqua pura, ma soluzioni reidratanti pediatriche formulate per ristabilire il corretto equilibrio di sali minerali e liquidi. È essenziale che questa decisione venga presa solo da un medico.
Una regola semplice per proteggere la salute del tuo bambino
Anche se può sembrare strano, l’acqua non è sempre sinonimo di salute. Nei primi sei mesi di vita, non offrire acqua non è un’opzione, ma una misura preventiva fondamentale. In questo periodo così delicato, latte materno e formula non sono solo cibo: sono una miscela perfetta di nutrimento e idratazione, calibrata dalla natura (o dalla scienza) per le esigenze specifiche del neonato.