Uno sguardo senza precedenti nel cuore del supervulcano
Per la prima volta, la caldera dei Campi Flegrei è stata mappata in 3D fino a una profondità di 20 chilometri, aprendo nuovi orizzonti nella comprensione del suo complesso sistema magmatico. Si tratta di un traguardo scientifico che potrebbe rivoluzionare il monitoraggio vulcanico e la gestione del rischio in una delle aree vulcaniche più sorvegliate e potenzialmente pericolose d’Europa.
Un’impresa scientifica e tecnologica
Il nuovo modello tridimensionale è stato realizzato da un team internazionale di ricercatori grazie all’uso della tecnica della magnetotellurica. Questa metodologia consente di analizzare il sottosuolo misurando le variazioni naturali dei campi elettrici e magnetici, permettendo così di “vedere” attraverso le rocce e identificare zone di accumulo di magma e canali di risalita per gas e fluidi vulcanici.
Operare in una zona come quella dei Campi Flegrei, densamente popolata e caratterizzata da un’intensa attività antropica, ha rappresentato una sfida aggiuntiva. Le interferenze elettromagnetiche artificiali hanno reso il rilevamento dei segnali geofisici un compito estremamente complesso, ma i ricercatori sono riusciti comunque a ottenere risultati di alta precisione.
Cosa ci dicono le nuove immagini
Le immagini ottenute mostrano con chiarezza una rete intricata di zone conduttive profonde, interpretate come potenziali aree di stoccaggio del magma. Oltre a ciò, sono stati individuati condotti verticali che potrebbero rappresentare le vie preferenziali per la risalita di magma e gas verso la superficie.
Questi elementi forniscono informazioni chiave non solo sulla struttura interna del vulcano, ma anche sulle sue possibili evoluzioni. Comprendere questa architettura nascosta è fondamentale per sviluppare modelli predittivi più precisi, capaci di anticipare eventuali scenari di crisi e di supportare strategie di evacuazione o mitigazione.
Un nuovo orizzonte per la sorveglianza vulcanica
L’obiettivo finale degli scienziati non è solo la ricerca pura, ma la protezione delle popolazioni che vivono in prossimità del vulcano. Una mappa ad alta risoluzione e profondità consente una valutazione molto più accurata del rischio vulcanico, soprattutto in un’area come quella flegrea, dove ogni segnale di instabilità può avere implicazioni importanti.
Questa ricerca rappresenta una svolta per la vulcanologia italiana ed europea, aprendo la strada a future campagne di esplorazione ad alta profondità, anche in altri contesti vulcanici.
La potenza della geofisica moderna
La magnetotellurica si conferma uno strumento potente e sofisticato per la ricostruzione dei sistemi vulcanici profondi. La possibilità di esplorare fino a 20 km di profondità senza perforazioni invasive è un vantaggio enorme in termini di costi, tempi e impatto ambientale. È anche la prova che, con le tecnologie giuste, è possibile “entrare” nel cuore della Terra senza muoversi di un passo in superficie.