Il ritorno del lupo terribile tramite ingegneria genetica
All’inizio di Aprile 2025, la società americana Colossal Biosciences, nota per i suoi ambiziosi piani di “de-estinzione”, ha reso pubblico un annuncio che ha suscitato immediatamente reazioni contrastanti nella comunità scientifica e ambientalista. L’azienda ha comunicato di aver modificato geneticamente embrioni di lupo grigio (Canis lupus) per creare due esemplari vivi con caratteristiche del lupo terribile (Aenocyon dirus), un antico predatore estinto circa 10.000 anni fa alla fine del Pleistocene.
Questi esemplari non sono cloni, bensì organismi ibridi ottenuti tramite editing genetico mirato, volto a introdurre sequenze del DNA ritenute compatibili con l’identità genetica del lupo terribile, sequenziata da fossili ritrovati in California e in altre aree del Nord America.
Le critiche dell’IUCN e i timori etici
L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha espresso forti perplessità nei confronti del progetto. In un comunicato ufficiale, la IUCN ha sottolineato come questi esperimenti, pur scientificamente affascinanti, rischino di distorcere il concetto di conservazione biologica. Riportare in vita una specie estinta, anche solo parzialmente, potrebbe comportare implicazioni ecologiche sconosciute e generare confusione nella gestione delle specie a rischio attuale.
Inoltre, il gruppo ha evidenziato il rischio che le risorse destinate alla conservazione di specie oggi in pericolo possano essere dirottate verso progetti che non aiutano la biodiversità esistente, ma puntano a ricreare organismi del passato che non trovano più un habitat coerente nell’ecosistema moderno.
Il dibattito sulla “de-estinzione” e il ruolo delle biotecnologie
Colossal Biosciences è la stessa azienda che ha annunciato piani per riportare in vita il mammut lanoso e il tilacino. Il CEO dell’azienda ha dichiarato che la creazione dei lupi terribili fa parte di una strategia di “rewilding” avanzato, utile a ripristinare ecosistemi perduti.
Molti biologi evolutivi e genetisti, però, ritengono che tali iniziative, pur affascinanti dal punto di vista mediatico e tecnologico, non considerino adeguatamente i contesti ecologici complessi in cui tali animali vivevano. Le interazioni con altre specie, i cicli trofici, il clima e il paesaggio attuale renderebbero impossibile replicare fedelmente un ambiente preistorico.
La questione legale e il futuro della conservazione genetica
Un’altra area controversa è quella della regolamentazione. Gli esemplari nati da editing genetico non rientrano in nessuna delle attuali categorie protette dal diritto internazionale ambientale. Secondo alcuni esperti, sarà necessario definire nuovi criteri per regolamentare la manipolazione genetica applicata alla fauna selvatica.
Le critiche della IUCN si inseriscono in un più ampio dibattito etico e politico su quale tipo di futuro stiamo costruendo con la biotecnologia e su chi dovrebbe avere il diritto di decidere quali forme di vita meritano di essere riportate nel nostro mondo contemporaneo.
Fonti autorevoli che hanno trattato l’argomento includono New Scientist, Nature, Scientific American e The Guardian.