Lo spirito dell’esplorazione oltre la Terra secondo Parmitano
Luca Parmitano, astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), in occasione della Giornata internazionale del volo umano nello spazio, ha espresso con forza come la spinta verso la Luna e Marte sia il naturale proseguimento dell’evoluzione umana nello spazio. Per Parmitano, l’esplorazione non ha bisogno di ritorni economici immediati: è conoscenza, ispirazione, progresso, elementi intangibili ma essenziali per il futuro della civiltà.
Dalla missione di Gagarin alle nuove rotte interplanetarie
Il 12 aprile 1961, Yuri Gagarin fu il primo essere umano a orbitare attorno alla Terra. Oggi, 64 anni dopo, la situazione geopolitica e tecnologica è profondamente mutata. Parmitano sottolinea come gli attuali protagonisti della scena spaziale includano Stati Uniti, Russia, Cina e India, accanto a nuovi attori privati comparsi negli anni Duemilaventi.
Il panorama internazionale ha visto il raffreddamento dei rapporti con la Russia, un tempo partner centrale nella Stazione Spaziale Internazionale (ISS), a causa del conflitto in Ucraina. Le alleanze spaziali si evolvono, nascono nuove collaborazioni e si rimodellano equilibri, riflettendo le dinamiche terrestri.
La Space Economy e i suoi limiti nell’orbita bassa
Secondo Parmitano, la Space Economy si concentra ancora su attività in orbita bassa, e il volo umano rappresenta una frazione marginale di questo sistema. “Il volo spaziale umano non è pensato per produrre profitto”, osserva l’astronauta. Chi insiste sul valore commerciale dell’accesso allo spazio, trascura la sua dimensione umana e culturale. Lo spazio abitato resta un settore di frontiera, dove il ritorno non è immediato ma potenzialmente rivoluzionario.
Luna e Marte: obiettivi inevitabili per il futuro dell’umanità
Per Parmitano, la Luna rappresenta il passaggio obbligato per testare e consolidare le tecnologie e le competenze maturate nell’ambiente controllato dell’orbita bassa. Marte, invece, è la prossima vera frontiera, non solo simbolica ma concreta, come lo sono state le grandi esplorazioni terrestri nei secoli passati.
Affidare tutto ai robot non basta. La velocità, la capacità di adattamento e la creatività umana restano insostituibili. Nonostante le potenzialità dell’intelligenza artificiale, gli esseri umani possono analizzare, decidere e agire con un’efficienza ancora ineguagliabile.
Un viaggio lungo 4.000 anni di esplorazioni
“La storia dell’umanità è una storia di esplorazioni”, ricorda Parmitano. L’obiettivo non è solo arrivare su Marte, ma dimostrare di poterlo fare, migliorare e perfezionare le nostre capacità. La motivazione va oltre l’utilità pratica: è spinta culturale, visione, respiro storico. Un passo dopo l’altro, come in una maratona. E non a caso, lui stesso si definisce un maratoneta dello spazio.