Un’allerta dalla ricerca: i batteri intestinali dell’infanzia possono avviare il cancro colorettale
Negli ultimi vent’anni, il cancro colorettale ha registrato un aumento inquietante tra i giovani adulti, sfidando le aspettative epidemiologiche che lo vedevano tipico degli ultracinquantenni. Secondo previsioni pubblicate da riviste scientifiche internazionali e riportate da Nature, questa forma tumorale potrebbe diventare entro il 2030 la prima causa di morte oncologica nella fascia sotto i quarant’anni. A catalizzare l’attenzione della comunità scientifica è l’ipotesi, sempre più supportata da dati, che l’infanzia giochi un ruolo decisivo nello sviluppo di queste neoplasie.
Colibactina: la tossina che altera il DNA già nei primi anni di vita
Uno studio rivoluzionario condotto dall’Università della California a San Diego ha analizzato 981 campioni di genomi di tumore del colon-retto provenienti da 11 paesi. I risultati hanno evidenziato una correlazione significativa tra mutazioni genetiche precoci e una tossina batterica denominata colibactina, prodotta da specifici ceppi di Escherichia coli. Gli autori, tra cui il genetista Marcos Díaz-Gay e il biofisico Ludmil Alexandrov, hanno dimostrato che queste mutazioni si verificano prevalentemente entro i primi dieci anni di vita, con una frequenza triplicata nei soggetti colpiti prima dei quarant’anni.
La colibactina sembra quindi agire da agente mutageno silente, lasciando un’impronta permanente nel genoma dei bambini che ne vengono esposti. Questo “registro molecolare” permette ai ricercatori di rintracciare le origini biologiche della malattia molto prima che emergano i primi sintomi clinici.
L’ambiente infantile come incubatore di rischio oncologico
I ricercatori americani stanno cercando di comprendere come e quando i bambini vengano colonizzati da batteri produttori di colibactina, e in che modo dieta, ambiente domestico o fattori igienici influenzino questa esposizione. Le evidenze suggeriscono che l’ecosistema intestinale si formi nei primi anni di vita e possa avere conseguenze a lungo termine sulla stabilità genetica dell’individuo.
È ormai chiaro che non tutti i fattori ambientali lasciano una traccia nel DNA, ma la colibactina sembra essere una delle rare eccezioni. L’impatto di questa tossina, già documentato in modelli animali, si sta ora delineando anche nella patogenesi umana, suggerendo nuovi paradigmi per la prevenzione oncologica precoce.
Verso strumenti di diagnosi precoce e contrasto microbico
Il gruppo di ricerca guidato da Alexandrov è impegnato nello sviluppo di test non invasivi basati su campioni fecali, utili a rilevare la presenza di mutazioni collegate alla colibactina. Parallelamente, si stanno studiando interventi probiotici mirati per alterare in modo favorevole la composizione del microbiota intestinale, riducendo il potenziale oncogeno di certi ceppi batterici.
Questa nuova prospettiva ridefinisce l’idea classica secondo cui il cancro è frutto esclusivo di stili di vita adulti, e invita a ripensare radicalmente le strategie di prevenzione, spostando il focus anche su eventi e condizioni vissuti durante l’infanzia.
L’articolo è stato ispirato da una ricerca pubblicata su Nature e rielaborato in base agli ultimi standard redazionali e semantici aggiornati ad Aprile 2025.