Diete proteiche ovunque: ma ci servono davvero più proteine?
Nel mondo della nutrizione moderna, le proteine sono diventate le protagoniste indiscusse. Ovunque guardiamo – dagli scaffali dei supermercati ai post degli influencer fitness – troviamo alimenti pubblicizzati come “ricchi di proteine”. Dalle barrette al cioccolato ai caffè proteici, sembra che ogni prodotto voglia vendersi come sano, semplicemente grazie all’aggiunta di qualche grammo di questa preziosa macromolecola.
Ma la domanda è legittima: aumentare il contenuto proteico di un alimento lo rende davvero più nutriente? O si tratta solo di una trovata di marketing ben confezionata?
Il ruolo fondamentale delle proteine nel nostro corpo
Le proteine sono indispensabili. Contribuiscono al mantenimento della massa muscolare, alla salute immunitaria e a numerosi processi fisiologici. Le raccomandazioni nutrizionali indicano circa 0,75 grammi per kg di peso corporeo, ma recenti ricerche suggeriscono che tale valore potrebbe essere sottostimato. Una quota più realistica, soprattutto per anziani, atleti e chi è in fase di recupero, si aggira tra 1,2 e 1,6 grammi per kg.
Inoltre, chi sta seguendo una dieta dimagrante – magari coadiuvata da farmaci specifici – può beneficiare di un apporto proteico maggiore per prevenire la perdita di massa magra.
Più proteine = più salute? Non sempre
Il punto critico è che, nonostante la loro importanza, assumere quantità eccessive di proteine non offre benefici proporzionali. L’organismo ha un limite alla quantità di proteine che può utilizzare in modo efficiente, e il surplus viene eliminato o trasformato. Eppure, molti prodotti confezionati superano abbondantemente queste soglie, creando un falso senso di salubrità.
Questo porta a un effetto alone: si tende a percepire un cibo come sano solo perché “ad alto contenuto proteico”, anche se magari contiene zuccheri aggiunti, grassi saturi o è altamente ultraprocessato.
La trappola degli alimenti arricchiti di proteine
Un esempio concreto? Le barrette proteiche. Mentre offrono una dose concentrata di proteine, molte sono anche piene di dolcificanti, olio di palma, sciroppo di glucosio e ingredienti artificiali. Lo stesso vale per gelati, caffè o bevande alcoliche “proteiche”. In apparenza più sani, ma in realtà spesso carenti di fibre, vitamine e minerali essenziali.
Molti di questi alimenti rientrano nella categoria degli ultraprocessati, associati in numerosi studi a problemi di salute come diabete, obesità e malattie cardiovascolari. Ed è qui che la promessa proteica comincia a perdere smalto.
Qualità, non quantità
Il focus dovrebbe spostarsi dalla quantità alla qualità delle proteine e alla distribuzione durante la giornata. Le evidenze suggeriscono che consumare 20-30 g di proteine per pasto, provenienti da fonti integrali come uova, legumi, latte, semi o noci, è la strategia più efficace per mantenere la massa muscolare.
I prodotti arricchiti di proteine possono certamente avere un ruolo, specialmente in contesti specifici (vita frenetica, recupero post-allenamento, scarso appetito), ma devono rimanere un’eccezione, non la regola.
Oltre le proteine: serve equilibrio
Il messaggio finale è semplice ma potente: le proteine sono fondamentali, ma non bastano da sole per garantire una buona alimentazione. Dobbiamo considerare l’alimento nel suo complesso: quanto è lavorato? Contiene abbastanza fibre? Che tipo di grassi apporta? Quanto zucchero è presente?
Il rischio, altrimenti, è quello di cadere in una visione parziale della nutrizione, dove il singolo macronutriente viene idolatrato a scapito dell’equilibrio complessivo.