Dragon torna nel Pacifico: cambia la geografia dell’esplorazione spaziale americana
Il 4 aprile, la capsula Crew Dragon Resilience di SpaceX ha completato con successo la missione Fram2, con un ammaraggio nelle acque dell’Oceano Pacifico al largo della California meridionale. È un momento storico per l’azienda aerospaziale: si tratta infatti della prima missione con equipaggio a concludersi sulla costa occidentale degli Stati Uniti, dopo ben sedici rientri precedenti effettuati nelle acque della Florida.
Un ritorno che segna un cambiamento di rotta
Per anni, il Golfo del Messico e l’Oceano Atlantico sono stati gli unici teatri degli ammaraggi della flotta Dragon. Tuttavia, nel luglio dello scorso anno, SpaceX ha annunciato una rivoluzione logistica: spostare le operazioni di recupero verso ovest. Questo cambio di rotta non è casuale, ma nasce da una necessità concreta e non trascurabile.
Detriti spaziali e sicurezza: il vero motivo dietro la decisione
La decisione di abbandonare le coste orientali è stata guidata da un tema sempre più centrale nella moderna corsa allo spazio: la gestione dei detriti spaziali. La sezione chiamata “tronco”, una parte sacrificabile della capsula Dragon, si era in più occasioni frammentata durante il rientro, facendo cadere detriti a terra. Nonostante le simulazioni prevedessero una completa disintegrazione in atmosfera, alcuni componenti sono arrivati al suolo, ponendo interrogativi seri sulla sicurezza pubblica.
Con il passaggio alla costa ovest, ogni tronco verrà ora espulso dopo la manovra di deorbitazione, assicurando che eventuali frammenti sopravvissuti cadano nel Pacifico, evitando rischi per persone o infrastrutture.
Un ritorno alle origini
Curiosamente, questa nuova strategia non è del tutto inedita. Al contrario, rappresenta un ritorno alle origini. Dopo il primo volo di Dragon nel 2010, per quasi un decennio l’Oceano Pacifico è stato l’unico punto di ammaraggio. Solo nel 2019, per ragioni logistiche legate alla vicinanza con la NASA in Florida, SpaceX aveva spostato le operazioni sulla costa orientale. Questo permetteva un trasporto più rapido degli astronauti e una consegna più efficiente dei carichi scientifici.
Cosa cambia per le future missioni
Con Fram2, SpaceX ha inaugurato una nuova era nella sua strategia operativa. La compagnia ha confermato che tutte le future missioni Dragon seguiranno questo modello. Non si tratta soltanto di una questione geografica: è un cambio di mentalità, una maggiore attenzione verso la sostenibilità delle missioni e la sicurezza terrestre.
Questa transizione evidenzia anche la crescente autonomia logistica di SpaceX, che non dipende più unicamente dalla prossimità ai centri NASA, ma può permettersi una rete operativa distribuita più efficiente e sicura.