Mattoni 3D con il suolo lunare: il futuro dell’esplorazione spaziale cinese
Pechino accelera i preparativi per la missione Chang’e 8, programmata per il 2028, destinata a rivoluzionare l’approccio all’abitazione sulla Luna. Il progetto mira alla costruzione di una base lunare sfruttando una tecnologia innovativa: la stampa 3D di mattoni direttamente con il suolo lunare.
L’utilizzo delle risorse in situ per abbattere i costi
Il cuore della missione è il concetto di ISRU (In Situ Resource Utilization), cioè l’impiego di materiali già presenti sul corpo celeste per evitare i costi proibitivi del trasporto terrestre. Secondo Wu Weiren, capo progettista del Programma di Esplorazione Lunare Cinese, il sistema sviluppato permette di fondere il regolite lunare a temperature tra 1400 e 1500 gradi Celsius, ottenute concentando la luce solare attraverso fibre ottiche, per poi modellarlo in mattoni di varie dimensioni e forme grazie alla stampa 3D.
Tecnologie sperimentali testate nello spazio
Un prototipo di questi mattoni, realizzati con simulanti del suolo lunare, è stato già inviato sulla stazione spaziale Tiangong. I campioni resteranno esposti all’ambiente spaziale per tre anni, in modo da valutarne resistenza a radiazioni, variazioni termiche e vuoto cosmico. Questa fase è cruciale per determinare se tali materiali siano effettivamente adatti alla costruzione di habitat lunari.
Le missioni Chang’e 6 e 7 aprono la strada
Il lancio di Chang’e 8 sarà preceduto da Chang’e 7, previsto per il 2026, con l’obiettivo di esplorare il polo sud lunare, in particolare per trovare risorse idriche. Utilizzando un robot dotato di capacità di movimento saltellante, la missione tenterà di accedere a crateri perennemente in ombra, dove si suppone possa trovarsi ghiaccio d’acqua, risorsa fondamentale per ossigeno, carburante e consumo umano.
Verso la costruzione della Stazione Lunare Internazionale di Ricerca
Tutte queste tappe sono parte del piano per realizzare la Stazione Lunare Internazionale di Ricerca (ILRS), in collaborazione con altri Paesi e agenzie. Dopo le missioni Chang’e già concluse, tra cui Chang’e 6 che nel 2024 ha riportato campioni dal lato nascosto della Luna, la Cina punta ad atterrare i propri astronauti sulla superficie lunare entro il 2030.
Un futuro lunare più vicino che mai
Questa strategia riflette la crescente ambizione della Cina nel panorama dell’esplorazione spaziale, dove è ormai protagonista insieme a NASA, ESA e altri attori globali. Il progetto di costruzione lunare autonoma e sostenibile rappresenta un salto tecnologico che potrebbe trasformare la Luna da obiettivo di esplorazione a piattaforma operativa stabile per la ricerca e la presenza umana a lungo termine.