Energia pulita per una nuova economia rurale
Nel cuore verde della Nigeria, dove le strade non sono asfaltate e le palme ondeggiano sopra case di fango e lamiera, la rivoluzione energetica è arrivata in silenzio, portata dal sole. Fino a pochi anni fa, i villaggi di Mbiabet Esieyere e Mbiabet Udouba erano immersi nell’oscurità al calar del sole, affidandosi a lampade a cherosene e rumorosi generatori a diesel. Oggi, grazie a una mini-rete solare, l’elettricità scorre nelle case e alimenta un’intera nuova economia locale.
Mini-reti, massimi impatti
Questi sistemi energetici decentralizzati, che generano fino a 10 megawatt di energia, stanno diventando una risorsa fondamentale per i paesi africani dove la rete elettrica nazionale è inesistente o inaffidabile. La Nigeria, pioniera nel settore, ha già installato quasi 120 mini-reti che servono circa 250.000 persone. La strategia si basa su politiche mirate, come incentivi per gli investimenti e una collaborazione tra governo, privati e comunità.
A Mbiabet, la compagnia Prado Power ha installato 39 pannelli solari, un sistema di batterie e linee elettriche per connettere 180 famiglie. Inizialmente scettici, i residenti ora parlano con entusiasmo del cambiamento. L’elettricità affidabile ha dato impulso a nuove attività imprenditoriali, migliorato la sicurezza e semplificato le attività quotidiane.
L’elettricità cambia le vite
Il salone di barbiere di Christian Aniefiok Asuquo, ad esempio, è passato da un generatore costoso e inquinante a una fonte solare economica. Il risparmio sui costi operativi gli ha permesso di abbassare i prezzi e attirare più clienti. Nel frattempo, il villaggio ha accolto un hub agro-industriale con macchine per lavorare la manioca, aumentando la produttività e i guadagni per le donne contadine come Sarah Eyakndue Monday.
Con meno tempo speso nella lavorazione manuale e più energia disponibile, le donne stanno diventando protagoniste dell’economia locale, avviando piccole attività e guadagnando più di prima. In media, i redditi delle famiglie aumentano notevolmente dopo l’arrivo dell’energia solare, come dimostrato da un’indagine condotta in Nigeria e Kenya.
Non solo energia: sicurezza e autonomia
L’energia solare ha migliorato anche la sicurezza personale, specialmente per le donne. Le aree illuminate sono più sicure di notte, riducendo i rischi legati alla fauna e alla criminalità. L’elettricità è diventata sinonimo di autonomia, anche grazie alla partecipazione diretta dei residenti nella gestione dei sistemi: molti vengono assunti come operatori, tecnici o responsabili della sicurezza.
Le sfide: costi, manutenzione e futuro
Nonostante i vantaggi, le mini-reti solari non sono esenti da problemi. Il mantenimento dei pannelli, la sostituzione delle batterie e l’assistenza tecnica sono cruciali per garantire la sostenibilità a lungo termine. In altri paesi, come l’India, migliaia di mini-reti sono cadute in disuso per mancanza di manutenzione.
Il modello nigeriano punta su partnership pubblico-private e sulla formazione tecnica locale, ma la dipendenza da finanziamenti esterni resta un punto critico. I costi iniziali sono elevati e, senza sussidi, molte famiglie non potrebbero permettersi nemmeno la tariffa ridotta di una mini-rete.
Un’altra difficoltà è legata alla distribuzione geografica delle comunità: con abitazioni sparse e terreni difficili da attraversare, i costi di connessione aumentano. Per essere economicamente sostenibili, le mini-reti devono quindi essere accompagnate da infrastrutture produttive che stimolino la domanda e permettano agli utenti di guadagnare di più.
Un futuro connesso e verde
Il futuro delle mini-reti è interconnesso: i sistemi installati oggi in villaggi remoti potrebbero un giorno integrarsi nella rete nazionale, contribuendo alla stabilità del sistema elettrico e alla transizione verde del continente. Alcuni esperti vedono queste infrastrutture come acceleratori dello sviluppo economico, capaci di trasformare le zone rurali in poli produttivi sostenibili.
Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, l’Africa ha bisogno di 200 miliardi di dollari l’anno entro il 2030 per raggiungere i suoi obiettivi energetici. I fondi promessi alla COP29 — 300 miliardi di dollari entro il 2035 — sono un primo passo, ma serve di più, e serve subito. I finanziamenti devono provenire dai paesi più ricchi, responsabili della maggior parte delle emissioni storiche, per sostenere la crescita senza replicare i danni ambientali del passato.
L’energia come leva di emancipazione
Per Sarah Eyakndue Monday, l’elettricità significa più tempo, più denaro e più sicurezza. Per altri, è la possibilità di vedere la televisione, caricare un telefono o avviare un’attività. È un’energia che illumina anche il futuro, offrendo speranza a milioni di africani che ancora vivono senza elettricità.