Un evento atmosferico anomalo scuote l’Artico e trascina con sé l’inverno
Una perturbazione anticipata del vortice polare artico ha innescato un cambio di rotta nei modelli climatici dell’emisfero settentrionale. In quello che è considerato uno degli episodi di riscaldamento stratosferico finale più precoci degli ultimi decenni, l’enorme ciclone d’aria fredda che normalmente ruota compatto sopra il Polo Nord ha perso forza e direzione, disgregandosi sopra l’Europa settentrionale. Gli effetti? Una primavera più fredda del previsto in diverse aree del mondo, con gli Stati Uniti orientali ed Europa settentrionale in prima linea.
Che cos’è il vortice polare e perché è così importante
Il vortice polare è una struttura meteorologica stabile che si forma nella stratosfera, a un’altitudine compresa tra i 16 e i 50 chilometri. Composto da aria gelida e a bassa pressione, tende a rimanere ancorato alle regioni polari durante l’inverno, ruotando in senso antiorario sopra l’Artico. La sua presenza ha un ruolo chiave nel confinare le ondate di gelo alle latitudini più elevate.
Ma il sistema non è perfettamente statico: interagisce con la corrente a getto polare, una banda di forti venti che circonda il vortice e funge da barriera naturale. Quando entrambi sono in equilibrio, l’aria fredda resta intrappolata. Quando si rompe questo equilibrio, come è accaduto in marzo, le masse d’aria artica iniziano a scivolare verso sud, travolgendo Europa, Asia e America del Nord.
Marzo 2025: il vortice perde forma e direzione
L’evento che ha sconvolto gli equilibri atmosferici si è verificato all’inizio di marzo 2025, con un improvviso riscaldamento stratosferico che ha alterato completamente il comportamento del vortice. Le temperature in quota sono aumentate rapidamente, causando una perdita della simmetria del sistema, l’inversione dei venti da ovest-est a est-ovest, e lo spostamento del vortice verso l’Europa settentrionale.
Questo tipo di fenomeno, sebbene non raro, è giunto con largo anticipo rispetto al calendario meteorologico tradizionale. Di solito, il vortice polare inizia a disgregarsi a metà aprile, ma quest’anno le proiezioni indicano che non tornerà più alla sua configurazione originaria.
Impatti globali: temperature più basse e primavera in ritardo
Le conseguenze di questo collasso atmosferico non si limitano alla stratosfera. I cambiamenti in alto si ripercuotono anche sulla superficie terrestre, e in modo significativo. In particolare:
- Stati Uniti orientali: previste temperature inferiori alla norma per i primi giorni di aprile.
- Europa settentrionale: clima più rigido e instabile, con possibilità di ritorni improvvisi del freddo.
- Asia settentrionale: rischio di anomalie termiche al ribasso.
Secondo gli esperti, queste condizioni non solo sono insolite per il periodo, ma potrebbero ritardare il pieno ingresso della primavera, influenzando l’agricoltura, l’ecosistema e la vita quotidiana in molte regioni.
Un pattern sempre più frequente?
Anche se i riscaldamenti stratosferici improvvisi fanno parte del comportamento normale dell’atmosfera, negli ultimi anni si è osservata una certa tendenza verso eventi più intensi e anticipati. Alcuni climatologi ritengono che i cambiamenti climatici in atto stiano modificando la dinamica stessa del vortice polare, rendendolo più vulnerabile e instabile.
Il fenomeno osservato nel 2025 rappresenta il secondo evento di riscaldamento finale più precoce dal 1958, un dato che accende i riflettori su quanto l’interazione tra i poli e il clima globale sia cruciale per comprendere gli sviluppi futuri del pianeta.
Occhi puntati sulle prossime settimane
Con il vortice polare ormai disgregato e le previsioni che indicano venti orientali persistenti intorno al 60° parallelo nord, non si attendono ulteriori rafforzamenti del sistema. In sostanza, l’inverno ha lanciato un ultimo, potente colpo di coda, e ora sarà il tempo a decidere quando lasciar spazio alla vera primavera.