Le tradizioni millenarie minacciate dal riscaldamento globale
NUUK, Groenlandia – Per generazioni, la pesca e la caccia sul ghiaccio hanno costituito il cuore pulsante della cultura e dell’economia del popolo Inuit. Bambini come Nikkulaat Jeremiassen crescevano tra le reti da pesca e i fucili da caccia, imparando a leggere il comportamento delle foche e a muoversi con sicurezza sul ghiaccio marino.
Oggi, però, quel ghiaccio si scioglie. E con esso, rischiano di dissolversi identità culturale, riti di passaggio e modi di vivere tramandati da secoli.
Scioglimento accelerato e crisi ambientale
Secondo i dati raccolti dal National Snow and Ice Data Center, la Groenlandia perde ogni anno circa 270 miliardi di tonnellate di ghiaccio, una cifra impressionante che riflette un riscaldamento artico quasi quattro volte più veloce rispetto alla media globale. Il fenomeno ha effetti a catena: il ghiaccio marino si forma sempre più tardi, è più sottile e meno stabile, compromettendo la navigazione invernale e rendendo inaccessibili le zone di caccia e pesca.
Le migrazioni di foche, narvali e balene beluga stanno cambiando, lasciando pescatori e cacciatori senza prede. La popolazione di cani da slitta, simbolo della mobilità Inuit, si è dimezzata in due decenni.
Impatti profondi sulla salute mentale
La perdita delle pratiche tradizionali sta alimentando un senso di disconnessione e disperazione, specialmente tra i più giovani. Secondo un’indagine dell’Università di Copenaghen, il 76% dei groenlandesi ha vissuto in prima persona gli effetti del cambiamento climatico. In un contesto già segnato da uno dei tassi di suicidio più alti al mondo, le sfide ambientali aggravano i fattori di rischio come abusi, dipendenze e isolamento.
Arnârak Patricia Bloch, esperta di salute pubblica, sottolinea il ruolo essenziale della natura come medicina, fonte di equilibrio spirituale nella cultura Inuit. Attraverso corsi in groenlandese ha formato oltre 500 operatori locali in tecniche di prevenzione del suicidio, dando vita a una rete di sostegno autoctona.
Il clima instabile rende imprevedibile la vita quotidiana
A Qaanaaq, la scomparsa del ghiaccio invernale ha impedito la pesca sul mare per mesi. A Qaqortoq, i cambiamenti meteorologici improvvisi rendono impossibile pianificare le uscite all’aperto. Le precipitazioni artiche sono aumentate fino al 60%, complicando ulteriormente la sopravvivenza delle comunità.
Eppure, nonostante tutto, c’è resistenza. Gli anziani si impegnano per trasmettere ai più giovani il significato dei nomi Inuit, l’arte di accendere un fuoco e la preparazione del cibo tradizionale come il pesce e la carne di foca.
Programmi di riconnessione con la natura
Ingelise Olesen, coordinatrice di ricerca presso il Centro per la Salute Pubblica in Groenlandia, ha lanciato un progetto che porta giovani e anziani in campeggio per riscoprire il valore della narrativa orale e delle competenze indigene. Il programma, ora sostenuto dal Qeqqata Kommunia, coinvolge anche gli asili nido per integrare le esperienze nella quotidianità dei bambini.
Questa iniziativa ha radici in una visione olistica della salute: “suna arlaat inissaminiippoq”, ovvero “tutto è al proprio posto”. Vivere in armonia con la natura è considerato fondamentale per il benessere mentale.
Identità, sopravvivenza e spirito di comunità
La caccia annuale alle foche, celebrata nel Giorno Nazionale della Groenlandia, rappresenta più di una competizione: è un atto di resilienza. Anche in un paesaggio che cambia, gli Inuit continuano a trovare modi per resistere, adattarsi e trasmettere la propria eredità culturale.
Come ha detto Jeremiassen, presidente dell’Associazione dei Pescatori e Cacciatori: “Dobbiamo adattarci a una nuova realtà. La natura ci capisce, ma dobbiamo continuare a capirla anche noi.”
Fonti autorevoli: National Snow and Ice Data Center, Università di Copenaghen, Inside Climate News, Center for Public Health in Greenland, Arctic Monitoring and Assessment Programme.