Le immagini diventano giocattoli: l’evoluzione creativa dell’intelligenza artificiale
Dopo il boom delle immagini in stile Studio Ghibli, i social sono stati travolti da un’altra ondata creativa che unisce ironia, cultura pop e intelligenza artificiale: le action figure generate con ChatGPT. Un fenomeno che trasforma semplici foto in vere e proprie miniature da collezione, complete di packaging, accessori e look personalizzati. Non si tratta solo di un effetto visivo: è una vera e propria narrazione visiva dello stile di vita di una persona o della sua identità digitale.
Cosa sono le action figure AI e perché spopolano sui social
Le action figure AI sono immagini create attraverso l’uso del modello ChatGPT-4 con funzionalità visive, in cui l’utente carica una propria foto (o quella di un personaggio noto) e chiede al chatbot di trasformarlo in un personaggio giocattolo. Il risultato? Statuette digitali confezionate in scatole colorate, spesso accompagnate da accessori simbolici: una chitarra per il musicista, un microfono per l’influencer, una copia della “Divina Commedia” per Dante Alighieri.
Su Instagram e TikTok si trovano già le versioni “action figure” di Giorgia Meloni, Matteo Renzi, Silvio Berlusconi, Jannik Sinner, Giuseppe Garibaldi e persino Dante Alighieri. Ogni miniatura viene presentata con stile da fumetteria, spesso con un tocco ironico o nostalgico.
Come nasce una action figure con ChatGPT
Realizzare queste immagini è piuttosto semplice, ma serve un minimo di precisione:
- Si utilizza il modello ChatGPT 4.0 con funzionalità per immagini.
- Si carica una foto in alta risoluzione, possibilmente a figura intera.
- Si fornisce un prompt testuale dettagliato, indicando stile, accessori, colori e persino il tipo di confezione.
Chi utilizza la versione gratuita ha un limite giornaliero di tre immagini. Gli utenti con abbonamento Plus possono generare contenuti senza restrizioni, con maggiore velocità e qualità.
Hashtag e trend: come seguire il fenomeno online
Per esplorare questo trend sui social, basta cercare hashtag come #StarterPack, #ActionFigure, #AICharacter, #CustomToy. Alcuni utenti hanno anche iniziato a vendere stampe fisiche delle loro action figure digitali, trasformando il trend in una micro-economia creativa fatta di NFT, gadget e merchandise personalizzato.
Dal Ghibli style al caos dei server: quando l’AI va in tilt
Il successo delle immagini AI in stile Studio Ghibli, esploso poche settimane fa, aveva già mostrato l’enorme potenziale creativo — e le problematiche — legate alla generazione di contenuti con l’AI. In quell’occasione, l’ondata di richieste aveva letteralmente messo in crisi i server di OpenAI, causando un blocco temporaneo di ChatGPT. L’episodio ha suscitato dibattiti sul tema del copyright, poiché molti artisti e fan del celebre studio giapponese si sono detti contrari alla riproduzione “istantanea” delle loro opere attraverso algoritmi.
Anche con il nuovo trend delle action figure, il tema dei diritti d’autore torna al centro: se da un lato si tratta di una creazione originale, dall’altro l’uso dell’immagine di personaggi pubblici o artisti famosi apre interrogativi sul consenso e sull’uso commerciale.
Un gioco creativo, ma non privo di implicazioni
Dietro l’apparente leggerezza di questo trend si nasconde una riflessione più ampia: quanto possiamo (o dobbiamo) spingere i confini della creatività generata dall’intelligenza artificiale? L’entusiasmo collettivo per la creazione di avatar, personaggi e miniature parla del desiderio umano di rappresentarsi in modi nuovi, spesso giocosi, ma anche di come le tecnologie stiano ridefinendo l’idea di identità visiva.
È un gioco, sì. Ma uno che sta cambiando il modo in cui ci vediamo e ci raccontiamo nel mondo digitale.