Il concetto di falso vuoto: una minaccia quantistica invisibile
L’idea che l’universo possa collassare da un momento all’altro non è solo un esercizio di immaginazione fantascientifica, ma un’ipotesi teorica profondamente radicata nella meccanica quantistica e nella fisica delle particelle. Il fenomeno noto come decadimento del falso vuoto nasce dalla possibilità che il Campo di Higgs, responsabile della massa delle particelle, non si trovi nel suo stato di energia più basso – chiamato vero vuoto – ma piuttosto in una condizione metastabile.
Questa instabilità latente potrebbe innescare un cambiamento catastrofico in tutto il cosmo. Secondo gli studi, una minuscola fluttuazione quantistica potrebbe causare il collasso del falso vuoto in un punto qualsiasi dello spazio, generando una bolla di vera realtà che si espanderebbe alla velocità della luce, annientando tutto ciò che incontra.
Il ruolo cruciale del campo di Higgs nella stabilità cosmica
Il Campo di Higgs, scoperto indirettamente attraverso il bosone di Higgs al CERN nel 2012, permea l’intero universo. È ciò che consente alle particelle di avere massa e di comportarsi nel modo in cui le osserviamo. Tuttavia, secondo la moderna teoria quantistica dei campi, potrebbe trattarsi solo di un’apparenza di stabilità. Lucien Heurtier, ricercatore presso il King’s College di Londra, spiega che se il campo dovesse improvvisamente cambiare configurazione, le leggi fondamentali della fisica cesserebbero di valere come le conosciamo.
In uno scenario del genere, la materia potrebbe cessare di esistere come la conosciamo: protoni, neutroni ed elettroni potrebbero perdere la loro coerenza, mentre le forze fondamentali (come la forza elettromagnetica o quella nucleare) si modificherebbero radicalmente. Intere galassie, pianeti e forme di vita verrebbero istantaneamente cancellate.
Esperimenti al limite dell’assurdo: la fisica simulata con atomi ultrafreddi
Per esplorare il decadimento del falso vuoto, scienziati teorici e sperimentali stanno utilizzando tecnologie d’avanguardia. Tom Billam, della Newcastle University, guida un gruppo che utilizza atomi ultrafreddi in condizioni di quasi zero assoluto per simulare scenari di decadimento quantistico.
A temperature dell’ordine di un milionesimo di grado sopra lo zero assoluto, questi sistemi permettono di osservare transizioni tra stati metastabili e fenomeni analoghi a quelli che potrebbero avvenire su scala cosmica. Si tratta di una fisica sperimentale di frontiera, che sfrutta la quantistica dei condensati di Bose-Einstein per mimare condizioni primordiali, simili a quelle esistenti subito dopo il Big Bang.
La simulazione quantistica e il sogno di osservare l’ignoto
Anche i computer quantistici stanno offrendo nuovi strumenti per affrontare questo affascinante mistero. Zlatko Papic, dell’Università di Leeds, ha evidenziato come gli algoritmi sviluppati per simulare dinamiche quantistiche in una dimensione stiano già aprendo la strada per l’estensione di tali studi a due e tre dimensioni, un passo fondamentale per avvicinarsi a una comprensione completa del meccanismo di decadimento.
Secondo le sue parole, l’obiettivo non è tanto sapere “se” accadrà, ma “come” si verificherebbe questo evento cosmico, se fosse possibile osservare ciò che accade al bordo di una bolla di vero vuoto che si propaga nello spazio.
Probabilità quasi nulle, ma non zero: l’orologio cosmico è lento
Nonostante l’apparente catastrofismo dell’ipotesi, la scienza attuale suggerisce che il decadimento del falso vuoto sia altamente improbabile in un futuro prevedibile. Secondo Heurtier, la scala temporale di tale evento sarebbe di gran lunga superiore all’età attuale dell’universo, rendendolo, per ora, un’ipotesi teorica estremamente affascinante ma sicura.
Nature Physics, Physical Review Letters e Scientific American hanno dedicato approfondimenti all’argomento, sottolineando come il fascino del decadimento del falso vuoto risieda proprio nella sua imprevedibilità totale e nella prospettiva di un universo che si reinventa da capo, o scompare completamente.