I batteri intestinali e il ruolo nascosto nella lotta ai tumori
Gli studi recenti pubblicati su Cell e condotti dai ricercatori del Weill Cornell Medicine di New York stanno riscrivendo ciò che sappiamo sul microbioma intestinale. Non solo coinvolto nella digestione e nella salute immunitaria, il microbiota sembra avere un potenziale anticancro diretto, capace di generare metaboliti bioattivi da semplici acidi biliari, trasformandoli in agenti immunomodulanti capaci di attivare cellule T e frenare la proliferazione tumorale.
Acidi biliari: oltre la digestione, modulano il sistema immunitario
Gli acidi biliari, prodotti nel fegato e immagazzinati nella cistifellea, sono noti per facilitare la digestione dei grassi e l’assorbimento delle vitamine liposolubili. Tuttavia, recenti scoperte rivelano che, una volta giunti nell’intestino tenue, entrano in contatto con la flora intestinale e subiscono trasformazioni chimiche complesse, dando origine a nuovi metaboliti.
Queste molecole secondarie, frutto della biochimica intestinale, possono interferire con i recettori ormonali, inclusi quelli coinvolti in tumori ormono-sensibili come il carcinoma prostatico. Il team ha identificato oltre 50 nuovi composti, alcuni simili per struttura al testosterone o agli estrogeni, suggerendo un potenziale ruolo endocrino e antineoplastico.
Un metabolita microbico che potenzia le cellule T
Tra i nuovi composti, uno in particolare ha attirato l’attenzione degli scienziati per la sua capacità di bloccare il recettore degli androgeni. Questa azione ha mostrato, in esperimenti su modelli animali affetti da cancro alla vescica, di rafforzare la risposta immunitaria T-mediata e rallentare la progressione tumorale.
Il ricercatore Chun-Jun Guo ha definito la scoperta “inaspettata”, poiché nessuno aveva mai dimostrato prima che metaboliti di acidi biliari prodotti dai batteri potessero modulare vie di segnalazione critiche per la crescita incontrollata delle cellule cancerose.
Prospettive future: microbioma e terapie oncologiche personalizzate
I risultati aprono nuove strade per lo sviluppo di terapie immunologiche innovative, basate su una modulazione selettiva del microbiota intestinale. Una possibilità è quella di colonizzare l’intestino con batteri benefici specificamente selezionati per produrre metaboliti antitumorali, oppure somministrare direttamente queste molecole derivate, che agiscono come potenziatori della risposta immunitaria.
David Artis, co-autore dello studio, sottolinea che queste scoperte “mettono in evidenza la relazione evolutiva profonda tra l’essere umano e il suo microbiota” e che sarà necessario integrare questa dimensione microbica nella progettazione delle terapie oncologiche future.
Fonti autorevoli che trattano lo stesso tema includono Nature Reviews Immunology, Science, e The New England Journal of Medicine, che da tempo esaminano il ruolo immunologico del microbioma e la sua influenza nella risposta ai trattamenti oncologici.