Un cataclisma geologico nel cuore del Mediterraneo
Oltre 5 milioni di anni fa, il Mar Mediterraneo si trasformò in uno dei luoghi più drammaticamente modificati della storia geologica del pianeta. Secondo una teoria sostenuta da diverse evidenze scientifiche, un enorme flusso d’acqua proveniente dall’Oceano Atlantico avrebbe attraversato lo Stretto di Gibilterra con una violenza tale da scolpire il fondale marino, generando una colossale trincea oggi ancora visibile sotto il mare.
Questo evento, definito Inondazione Zancleana, avrebbe causato il riempimento improvviso di un bacino allora quasi del tutto prosciugato, un tempo conosciuto come bacino messiniano, nel quale il Mediterraneo si era ritirato lasciando dietro di sé una distesa salata e arida.
L’Atlantico si riversa nel Mediterraneo
Durante il Messiniano, tra 6 e 5,3 milioni di anni fa, l’isolamento del Mediterraneo rispetto all’Atlantico, causato da movimenti tettonici, portò a un’estrema evaporazione delle acque, lasciando uno spesso strato di sale sotto il fondale attuale. I primi segni di questa trasformazione furono notati alla fine del XIX secolo da geologi che studiarono affioramenti salini lungo le coste del Mediterraneo.
Le perforazioni profonde effettuate negli anni ’70 hanno confermato l’esistenza di strati salini spessi chilometri, e sopra di essi sedimenti di ambienti lacustri poco salati, indicativi di un abbassamento del livello del mare di oltre 1.000 metri. Si stima che meno dell’11% delle specie marine dell’epoca sia sopravvissuto a questa crisi ambientale estrema.
L’ipotesi del megadiluviò: velocità e forza senza precedenti
Nel 2009, studi geofisici effettuati durante la pianificazione del tunnel Africa-Europa rivelarono un enorme canyon sottomarino scavato proprio dove si trova oggi lo Stretto di Gibilterra. Gli scienziati ipotizzarono che fosse stato formato da una gigantesca inondazione, con una portata stimata pari a 1.000 volte il flusso del fiume Amazzonia. L’acqua, accelerata dalla gravità lungo una scarpata alta un chilometro, avrebbe raggiunto velocità superiori a 115 km/h, riempiendo l’intero bacino in qualche anno o addirittura in pochi mesi.
La soglia di Sicilia e la prova di un secondo diluvio
Un nuovo sviluppo arriva con le ricerche condotte in Sicilia, nei pressi della soglia sottomarina che collega l’Africa all’Italia. Qui, un team internazionale ha identificato una serie di colline allineate e scanalate, simili a quelle modellate dal megadiluvio del Lago Missoula negli Stati Uniti. Le colline vicino a Rosolini, in provincia di Siracusa, presentano accumuli di massi sulla sommità che corrispondono a rocce presenti nelle valli sottostanti, suggerendo che siano stati trasportati da un flusso idrico impetuoso.
Una simulazione computerizzata ha confermato che un flusso d’acqua profondo 40 metri e veloce oltre i 100 km/h potrebbe aver modellato il paesaggio, scavando le depressioni e sollevando i detriti fino alle cime delle colline.
Un evento senza precedenti nella storia della Terra
La megainondazione Zancleana, se confermata nella sua interezza, rappresenterebbe la più grande inondazione singola mai avvenuta sulla Terra, un evento capace di trasformare il volto di un intero continente in tempi geologicamente brevissimi. Le ricerche proseguono oggi su più fronti, coinvolgendo la geologia del fondale marino, la stratigrafia delle rocce siciliane e modelli idrodinamici avanzati. Fonti come Nature Geoscience, Geology, e il Journal of the Geological Society continuano ad approfondire l’ipotesi, contribuendo a riscrivere la storia geologica del Mediterraneo.