La CO2 nel mirino del Congresso statunitense fin dagli anni ’60
Secondo Naomi Oreskes, docente ad Harvard e autrice di importanti studi sulla storia della scienza, i legislatori statunitensi che redassero il Clean Air Act del 1970 erano pienamente consapevoli del ruolo dell’anidride carbonica nei processi di cambiamento climatico. Attraverso un’analisi dettagliata di documenti governativi dell’epoca, il suo team ha identificato oltre 100 audizioni congressuali in cui si affrontavano in modo esplicito sia la CO2 che i gas serra.
Il significato storico della legge firmata da Richard Nixon
Nel 1970, il presidente Richard Nixon, esponente del Partito Repubblicano, firmò il Clean Air Act, una delle normative ambientali più rilevanti mai approvate negli Stati Uniti. La legge autorizzava l’EPA (Environmental Protection Agency) a regolamentare gli inquinanti atmosferici nocivi per la salute pubblica e per l’ambiente. Sebbene oggi l’applicazione del Clean Air Act ai gas serra venga ancora discussa, le prove storiche raccolte da Oreskes dimostrano che i legislatori dell’epoca intendevano includere anche l’anidride carbonica.
Il riferimento al clima nel testo legislativo
Un elemento spesso trascurato, ma cruciale, è la presenza esplicita nel testo del Clean Air Act dei termini “tempo” e “clima”. Per Oreskes, questa scelta linguistica è tutt’altro che casuale: dimostra l’intenzione deliberata di includere i fenomeni climatici tra le aree di intervento della legge, riconoscendo la CO2 come inquinante atmosferico.
Implicazioni legali e politiche attuali
Nel contesto attuale, in cui la regolamentazione delle emissioni di gas serra è spesso oggetto di battaglie legali e ideologiche, il lavoro svolto dal team di Oreskes assume un’importanza strategica. Comprendere che il Congresso statunitense degli anni ’60 e ’70 era consapevole dell’impatto della CO2 offre una base storica solida per sostenere che le norme del Clean Air Act siano pienamente applicabili anche alle politiche climatiche contemporanee.
La riscoperta di questi documenti rafforza le posizioni di chi, ancora oggi, ritiene fondamentale regolare le emissioni di CO2 attraverso strumenti normativi esistenti, senza attendere nuove leggi o riforme legislative.
Fonti autorevoli: Harvard University, EPA (Environmental Protection Agency), Library of Congress.