L’apparizione di Romolo, Remo e Khaleesi: tra scienza e spettacolo
Il 7 Aprile 2025, la società statunitense Colossal Biosciences, con sede a Dallas, ha annunciato la nascita dei primi tre “lupi terrificanti” dai tempi del Pleistocene, epoca in cui questi animali, noti scientificamente come Aenocyon dirus, popolavano le Americhe. I cuccioli, chiamati Romolo, Remo e Khaleesi, sono stati presentati come la prima vera de-estinzione al mondo, scatenando immediatamente grande entusiasmo mediatico.
Con i loro mantelli bianchi e l’aspetto imponente, hanno attirato paragoni con i famosi meta-lupi della serie Game of Thrones, da cui Khaleesi prende chiaramente il nome. Ma mentre i titoli li proclamano come ritorni leggendari, la comunità scientifica si divide sull’autenticità dell’impresa.
L’ambigua identità genetica dei nuovi lupi
Secondo la genetista e paleoecologa Jacquelyn Gill, quanto fatto da Colossal non può essere considerata una vera resurrezione genetica. I nuovi esemplari, infatti, non possiedono un genoma completo di lupo terrificante, ma sono stati modificati geneticamente a partire da cellule di lupo grigio (Canis lupus). Sono state apportate 20 modifiche mirate, tra cui l’alterazione del gene CORIN, responsabile del colore del pelo, e altri legati alla forma del cranio, delle orecchie e alla dimensione corporea.
La genetista Beth Shapiro, direttrice scientifica di Colossal, spiega che l’intento non era riprodurre fedelmente il lupo estinto, ma resuscitare alcune sue caratteristiche essenziali, rendendo l’esperimento una forma di ingegneria evocativa piuttosto che una vera de-estinzione.
DNA antico e tecnologia di clonazione: la procedura
Per comporre il mosaico genetico, il team di Colossal ha utilizzato DNA antico estratto da un dente fossile dell’Ohio vecchio 13.000 anni e da un osso dell’orecchio fossile dell’Idaho risalente a 72.000 anni fa. Tuttavia, questi frammenti genetici, simili a coriandoli per dimensione e frammentazione, non bastano per una ricostruzione completa del genoma. Grazie all’allineamento con il DNA del lupo grigio, si è ottenuta una mappa genetica parziale, utile solo per implementare modifiche selettive.
Successivamente, i ricercatori hanno inserito i nuclei modificati in cellule uovo di cane private del proprio DNA, creando embrioni impiantati in madri surrogate canine. Da questa procedura sono nati i gemelli maschi a ottobre e la femmina Khaleesi quattro mesi dopo.
La controversia scientifica sulla loro classificazione
Il dibattito si infiamma anche sul piano evolutivo. Uno studio pubblicato su Nature nel 2021 affermava che i lupi terrificanti erano così geneticamente distanti dai lupi grigi da non poter appartenere nemmeno al genere Canis. Tuttavia, i nuovi dati genetici raccolti da Colossal sembrano suggerire che le differenze non siano così estreme e che esista una parentela più stretta di quanto si pensasse.
Il nome di George R. R. Martin, autore di Game of Thrones, compare sorprendentemente tra gli autori del preprint, il che evidenzia anche la forte componente culturale e simbolica del progetto.
Il risvolto etico e la conservazione delle specie reali
Molti esperti sollevano interrogativi etici. Heather Jay Huson della Cornell University sottolinea che, a differenza degli animali già inseriti negli ecosistemi moderni, i lupi estinti da millenni potrebbero interferire in modo imprevedibile con l’ambiente attuale. La scienziata avverte che gli ecosistemi si sono evoluti in assenza di questi predatori e che la loro reintroduzione, anche solo simbolica, può comportare rischi ecologici rilevanti.
Allo stesso tempo, Colossal sta portando avanti ricerche concrete per la conservazione del lupo rosso (Canis rufus), oggi con meno di 20 esemplari in natura. L’azienda ha clonato quattro cuccioli da esemplari definiti “lupi fantasma rossi” trovati lungo la costa del Golfo tra Texas e Louisiana, che possiedono segmenti di DNA ancestrale perduto delle antiche popolazioni.
Il futuro dei cuccioli: vita segreta e senza branco
Romolo, Remo e Khaleesi non vivono in cattività pubblica, ma sono accuditi in una riserva protetta di 800 ettari, in una località tenuta segreta per motivi di sicurezza. Hanno 10 custodi a tempo pieno, ma non esiste un branco, né un ambiente ecologicamente simile a quello di 10.000 anni fa. Questo solleva ulteriori dubbi sul benessere etologico e sociale degli animali, che restano esseri unici nel loro genere, incapaci di replicare davvero il comportamento dei lupi terrificanti originali.
Secondo l’anatomista Adam Hartstone-Rose, anche se la genetica suggerisce somiglianze, l’ecologia e la socialità non possono essere replicate in laboratorio. “Immagina di essere l’unico membro della tua specie sulla Terra,” afferma.