Hubble, un colosso dell’esplorazione spaziale ancora insuperato
Lanciato il 24 aprile 1990 dallo Space Shuttle Discovery, il Telescopio Spaziale Hubble resta, dopo 35 anni, un pilastro dell’astronomia moderna. Situato a circa 515 chilometri dalla superficie terrestre, continua a fornire osservazioni senza pari grazie alla sua posizione al di sopra dell’atmosfera, che elimina quasi completamente distorsioni e assorbimenti atmosferici.
A differenza del James Webb Space Telescope, che esplora principalmente l’infrarosso, Hubble è progettato per catturare la luce ultravioletta e visibile. Questa capacità gli permette di penetrare i misteri di stelle caldissime, dischi di detriti planetari, buchi neri e galassie primordiali, rendendolo uno strumento insostituibile.
Un’eredità scientifica che cresce: oltre 21.000 studi
I dati raccolti da Hubble hanno alimentato più di 21.000 articoli scientifici peer-reviewed, spaziando dalle comete del Sistema Solare a galassie formatesi dopo il Big Bang. Solo nel 2024, Hubble ha permesso di:
- Identificare il primo buco nero solitario mai osservato.
- Confermare la nascita di nuovi asteroidi dopo una collisione pianificata della NASA.
- Individuare l’origine di una misteriosa esplosione di onde radio nello spazio profondo.
Queste scoperte non solo consolidano la sua importanza, ma dimostrano anche quanto Hubble sia ancora insostituibile per alcune bande dello spettro elettromagnetico, come l’ultravioletto.
Un telescopio per pochi eletti
Ogni anno, centinaia di scienziati propongono nuove osservazioni da effettuare con Hubble. Tuttavia, solo il 20% delle richieste viene accettato. Tra questi progetti selezionati figura anche quello dell’astronoma Aoife Brennan del Trinity College di Dublino, che studia dischi di detriti simili alla Cintura di Kuiper in sistemi planetari lontani. Il suo prossimo obiettivo? Analizzare un disco a 200 anni luce dalla Terra per comprendere meglio i processi di formazione planetaria.
Immagini che raccontano il cosmo
Il fascino di Hubble non riguarda solo la scienza, ma anche l’estetica. Le immagini elaborate da Joe DePasquale e dal team dello Space Telescope Science Institute trasformano i dati grezzi in visioni spettacolari dell’universo, combinate da osservazioni ultraviolette, visibili e infrarosse.
Tra le immagini iconiche:
- La Nebulosa Laguna, una regione di nascita stellare.
- L’aurora di Giove, ripresa in ultravioletto.
- La collisione della cometa Shoemaker-Levy 9 con Giove.
- La Nebulosa Insetto Gioiello, una stella morente nella Via Lattea.
- L’ammasso stellare NGC 1850 nella Grande Nube di Magellano, che ha permesso lo studio di due generazioni stellari.
- NGC 4826, la “galassia dell’Occhio Nero”, dove il gas in movimento dà vita a nuove stelle.
- L’indimenticabile Hubble Deep Field, che nel 1995 rivelò migliaia di galassie in un’area apparentemente vuota.
Un simbolo culturale oltre che scientifico
Hubble è entrato nell’immaginario collettivo. Le sue immagini vengono condivise da milioni di persone in tutto il mondo, ispirando meraviglia, curiosità e vocazioni scientifiche. Molti scienziati oggi affermano di essersi innamorati dell’astronomia grazie a una fotografia catturata da Hubble.
Come sottolineato da Kevin Hainline dell’Università dell’Arizona, “alle lunghezze d’onda ultraviolette e ottiche più brevi, Hubble è ancora il nostro miglior risultato tecnologico in termini di sensibilità e risoluzione.”
Riferimenti
Articolo basato su fonti autorevoli tra cui: NASA, Space Telescope Science Institute, Carnegie Science Observatories, Trinity College Dublin, Università dell’Arizona, e pubblicazioni accademiche peer-reviewed legate all’uso del telescopio Hubble.