Grok introduce la memoria: l’IA di Elon Musk sfida ChatGpt e Gemini
Grok, il chatbot sviluppato dalla startup xAI di Elon Musk, ha ricevuto un aggiornamento strategico che lo avvicina ai suoi principali rivali nel settore dell’intelligenza artificiale generativa: ChatGpt di OpenAI e Gemini di Google. La nuova funzionalità chiave introdotta è la “memoria”, una caratteristica in grado di conservare le informazioni delle conversazioni precedenti con l’utente per personalizzare le risposte future.
Come funziona la nuova memoria di Grok
Con l’aggiornamento, Grok sarà in grado di ricordare dati rilevanti come gusti personali, interessi sportivi o preferenze di linguaggio, replicando una delle funzioni più apprezzate già presenti su piattaforme concorrenti. ChatGpt, ad esempio, utilizza da tempo una memoria contestuale che è stata recentemente migliorata per includere riferimenti all’intera cronologia delle conversazioni, mentre Gemini si basa su un modello di memoria persistente per calibrare dinamicamente le risposte.
Tuttavia, Grok al momento non offre la nuova funzione nei paesi dell’Unione Europea né nel Regno Unito, escludendo quindi una larga fetta del pubblico occidentale per questioni legate, presumibilmente, alla privacy e alla regolamentazione dei dati.
Dove è disponibile e su quali piattaforme
La memoria di Grok è accessibile in anteprima esclusivamente su app mobili e attraverso il sito Grok.com, mentre non è attiva sull’app di X, il social media di proprietà dello stesso Musk. L’app di Grok è già disponibile su iPhone in Italia, ma l’uscita per dispositivi Android è ancora attesa.
La nuova funzionalità potrà essere gestita interamente tramite le impostazioni, dove gli utenti potranno disattivarla oppure eliminare singolarmente i contenuti memorizzati, nel rispetto delle normative di trasparenza e controllo sui dati personali.
Grok Studio e le ambizioni di xAI
Parallelamente al lancio della memoria, xAI ha presentato Grok Studio, uno spazio di lavoro collaborativo dedicato alla creazione di codice, documenti e report. L’iniziativa segue mosse simili da parte di OpenAI, che a ottobre aveva introdotto Canvas per ChatGpt, e di Anthropic, che con il suo chatbot Claude ha proposto la funzione Artifacts.
Questi strumenti puntano a trasformare i chatbot in ambienti operativi multifunzionali, capaci non solo di conversare, ma anche di generare contenuti professionali e automatizzare flussi di lavoro complessi.
Fonti autorevoli come The Verge, TechCrunch e Reuters hanno analizzato questi sviluppi, sottolineando l’accelerazione competitiva tra le principali aziende dell’IA e il crescente interesse verso esperienze personalizzate, modulari e orientate alla produttività.