Su Giove le tempeste creano palle di granita di ammoniaca e acqua
Le tempeste più estreme di Giove sono capaci di generare strane e gigantesche formazioni ghiacciate: vere e proprie palle di neve fangosa composte da ammoniaca e acqua, simili per consistenza alla neve bagnata o a un frappè.
Secondo uno studio condotto da Chris Moeckel dell’Università della California a Berkeley, queste strutture si formano quando forti correnti ascensionali trasportano acqua oltre le nuvole, dove il vapore di ammoniaca la scioglie e poi, a causa del freddo estremo, si ricombina in una miscela ghiacciata che ricade verso l’interno del pianeta. Questo processo sarebbe alla base dell’insolita distribuzione dell’ammoniaca nell’atmosfera del gigante gassoso.
La scoperta nei dati della sonda Juno e del telescopio Hubble
L’ipotesi delle palle di granita d’ammoniaca è stata formulata per la prima volta nel 2020, grazie all’analisi dei dati raccolti dalla sonda Juno della NASA, in orbita attorno a Giove. Durante un sorvolo su una gigantesca tempesta nel Luglio 2017, Juno ha registrato segnali radio anomali compatibili con il raffreddamento da ghiaccio in fusione o con un aumento di ammoniaca nell’atmosfera.
Parallelamente, il telescopio spaziale Hubble ha osservato lo stesso evento attraverso diverse lunghezze d’onda, dall’ultravioletto fino al vicino infrarosso, confermando la complessità delle dinamiche atmosferiche di Giove. I ricercatori, tra cui Imke de Pater e Huazhi Ge del Caltech, hanno descritto una struttura tridimensionale dell’atmosfera dove la maggior parte delle formazioni meteorologiche si estende per 10-20 chilometri sotto le cime visibili delle nubi.
Nuvole elettrificate e piogge che modificano l’atmosfera
Secondo Heidi Becker del Jet Propulsion Laboratory della NASA, l’ammoniaca agisce da antigelo, abbassando il punto di fusione dell’acqua e permettendo la formazione di nubi liquide miste. Quando queste gocce miste collidono con cristalli di ghiaccio in risalita, elettrificano le nuvole, generando fulmini e dando origine a queste enormi palle di granita.
Una volta formatesi, queste masse ghiacciate cadono in profondità nella troposfera gioviana, trasportando l’ammoniaca verso l’interno del pianeta e spiegando così il motivo per cui le osservazioni mostrano zone povere di ammoniaca nella parte superiore dell’atmosfera.
Un fenomeno che potrebbe verificarsi anche su altri pianeti
Questo straordinario meccanismo non sarebbe esclusivo di Giove: gli scienziati sospettano che possa verificarsi anche su Saturno, Urano e Nettuno, così come su esopianeti lontani. Il fenomeno richiede però condizioni estremamente specifiche, con correnti ascensionali molto forti e un mescolamento veloce tra le molecole.
Il risultato è un sistema meteorologico che, pur apparendo superficiale a prima vista, nasconde dinamiche profonde e potenti che influenzano la chimica e la struttura interna dell’intero pianeta.
La ricerca è stata pubblicata su Science Advances, confermando come l’atmosfera dei giganti gassosi sia ancora piena di misteri e fenomeni mai osservati sulla Terra.