Un cambiamento epocale nell’attività solare
Il Sole, protagonista assoluto del nostro sistema, segue un ritmo regolare di circa 11 anni alternando periodi di maggiore e minore attività. Questi passaggi, noti come massimo e minimo solare, sono visibili attraverso fenomeni come le macchie solari, i brillamenti e le espulsioni di massa coronale. Ma al di là di questo ciclo ben conosciuto, esistono modulazioni più lunghe, tra cui il cosiddetto Ciclo Centenario di Gleissberg, ora al centro dell’attenzione degli scienziati.
Che cos’è il Ciclo Centenario di Gleissberg?
Il Ciclo di Gleissberg non segue una durata fissa, ma si estende generalmente per sette o otto cicli solari, quindi approssimativamente ogni 80-100 anni. In questo lasso di tempo, si osservano variazioni profonde nei campi magnetici della corona solare e nelle regioni di spazio che circondano il nostro pianeta, in particolare nelle fasce di Van Allen.
Queste fasce, scoperte negli anni Cinquanta, sono strutture ad anello dove il campo magnetico terrestre intrappola particelle cariche come elettroni e protoni. La loro configurazione è altamente influenzata dall’attività solare, che può alterarne la forma e l’intensità.
Il legame tra attività solare e radiazione terrestre
Durante i periodi di maggiore attività del Sole, l’atmosfera si espande e il flusso di protoni nella fascia interna si riduce. Al contrario, nei periodi di quiete, il flusso aumenta. Queste fluttuazioni sono indicatori sensibili dei cambiamenti ciclici a lungo termine, come quelli del ciclo di Gleissberg. Secondo una recente ricerca pubblicata a marzo 2025 su Space Weather, le variazioni nei flussi di protoni rilevate sopra l’Anomalia del Sud Atlantico suggeriscono che il minimo di questo lungo ciclo sia stato raggiunto.
Prospettive per il futuro: un Sole più attivo
Le implicazioni di questa scoperta sono significative. Il massimo del Ciclo Solare 25 è stato superato di recente, e gli indizi sull’avvio del Ciclo 26 si stanno già manifestando. Gli esperti ipotizzano che la fase di massima attività solare derivante dalla nuova fase del ciclo di Gleissberg raggiungerà l’apice intorno al Ciclo 28 o 29, ovvero tra tre decenni.
Questa futura impennata di attività potrebbe essere ben più intensa rispetto agli ultimi massimi osservati. La differenza, però, sarà anche nel nostro modo di osservare: le sonde solari, i telescopi spaziali e le nuove tecnologie ci permetteranno di monitorare il Sole come mai prima.
Verso nuove scoperte solari
Nonostante i progressi, molti misteri sul comportamento della nostra stella restano irrisolti. Le prossime decadi, tuttavia, rappresentano una straordinaria opportunità scientifica. Il prossimo ciclo ultracentenario, ora in avvio, potrebbe offrire dati preziosi per comprendere meglio la fisica solare, il suo impatto sul clima terrestre e il comportamento dell’ambiente spaziale attorno al nostro pianeta.