Epidemia fuori controllo nelle South Plains del Texas
L’epidemia di morbillo negli Stati Uniti, in particolare nella regione delle South Plains del Texas, continua a crescere senza segni di rallentamento. Dal mese di gennaio, sono stati confermati almeno 481 casi, con il coinvolgimento progressivo di dieci contee texane. Le autorità sanitarie locali hanno esteso l’allerta anche a sei nuove aree, mentre il virus si è già diffuso in New Mexico, Oklahoma, Kansas e Pennsylvania.
Il decesso del 3 aprile di un bambino non vaccinato per insufficienza polmonare e la morte in fase di indagine di un adulto in New Mexico hanno fatto scattare nuovi allarmi. Secondo gli esperti, l’attuale epidemia potrebbe essere ben più vasta dei numeri ufficiali, che indicano 607 casi confermati in 21 stati e nella città di New York. Tuttavia, i contagi reali potrebbero superare i 1.000.
Il sistema sanitario sotto pressione dopo i tagli federali
La situazione si complica ulteriormente per via dei tagli ai finanziamenti e al personale attuati dall’amministrazione Trump a partire dalla fine di marzo. La sospensione del sostegno economico per il tracciamento dei contagi, la somministrazione dei vaccini e i test locali sta mettendo a dura prova le capacità operative dei dipartimenti sanitari statali e locali.
Anche il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) ha subito riduzioni del personale, nonostante l’invio di team d’emergenza in Texas. Questi tagli sono stati definiti un “tsunami catastrofico non riconosciuto” dagli esperti, poiché la dipendenza dallo Stato federale ha lasciato molte realtà locali vulnerabili alle malattie infettive e alle future pandemie.
Disinformazione e esitazione vaccinale: un binomio pericoloso
L’amministrazione ha inoltre alimentato la sfiducia nei confronti dei vaccini avviando un’indagine su un presunto legame tra autismo e vaccino MMR (morbillo, parotite, rosolia), teoria già ampiamente smentita dalla comunità scientifica. In parallelo, ha bloccato i fondi destinati agli studi sull’esitazione vaccinale, un settore cruciale per comprendere e arginare il calo delle vaccinazioni.
Il 6 aprile, Robert Kennedy Jr., noto per le sue posizioni scettiche, ha pubblicamente riconosciuto che la vaccinazione è il metodo più efficace per prevenire il morbillo. Tuttavia, pochi istanti dopo ha elogiato l’uso di terapie alternative non convalidate, tra cui vitamina A, steroidi e antibiotici, alimentando ulteriore confusione.
Pericolose cure fai da te e danni da integratori
Sebbene la vitamina A abbia mostrato benefici in paesi a basso reddito, nei contesti occidentali ben nutriti non ha dimostrato efficacia preventiva né terapeutica contro il morbillo. Il ricorso a dosi elevate ha provocato casi di tossicità infantile segnalati dagli ospedali texani, con sintomi come nausea, vomito, perdita di capelli, disturbi visivi e in alcuni casi danni al fegato e ipertensione intracranica.
L’uso di steroidi e antibiotici, spesso propagandato in rete, è anch’esso privo di base scientifica. Gli antibiotici, infatti, combattono solo infezioni batteriche, non virali come il morbillo. Gli steroidi, se somministrati precocemente, possono indebolire il sistema immunitario, rallentando la capacità dell’organismo di contrastare l’infezione.
Una crisi sanitaria aggravata da scelte politiche e disinformazione
La carenza di fondi, l’esitazione vaccinale, la disinformazione medica e la ridotta preparazione del sistema sanitario pubblico stanno aggravando una crisi già molto complessa. I segnali provenienti dal Texas e dal resto del Paese suggeriscono che l’epidemia di morbillo sia tutt’altro che sotto controllo e richieda interventi urgenti per evitare un collasso più ampio del sistema di risposta sanitaria.