Una finestra unica sul cuore della Terra
Un diamante opaco e minuscolo, più piccolo di un chicco di riso, può sembrare privo di valore per un gioielliere. Ma per i geologi e i mineralogisti, rappresenta una scoperta potenzialmente rivoluzionaria. Al suo interno, inglobati tra le impurità, si trovano residui microscopici di minerali sconosciuti, forgiati in condizioni estreme a centinaia di chilometri sotto la superficie terrestre.
Nester Korolev, uno dei ricercatori impegnati in questo campo, osserva con attenzione questi diamanti provenienti dal mantello inferiore, dove le pressioni e le temperature raggiungono livelli così elevati da rendere la formazione di tali cristalli possibile solo in quel contesto. I diamanti super-profondi sono capsule temporali geologiche, in grado di conservare informazioni intatte per miliardi di anni.
La formazione a 600 chilometri di profondità
Questo diamante, che secondo le analisi si è formato a circa 600 chilometri sotto la crosta terrestre, arriva da una regione della Terra dove nessun essere umano ha mai messo piede. A quella profondità, i minerali si organizzano in strutture cristalline completamente diverse da quelle osservabili in superficie. Alcune di queste strutture molecolari non si trovano naturalmente in nessun altro luogo del pianeta.
Durante la risalita del diamante verso la superficie, attraverso le eruzioni vulcaniche o i movimenti tettonici, queste particelle rimangono intrappolate nel reticolo cristallino, offrendo una fotografia cristallizzata del mondo sotterraneo.
La speranza di scoprire nuovi minerali
L’obiettivo di Korolev e della sua squadra è identificare e classificare nuovi minerali mai documentati prima, una scoperta che modificherebbe la nostra comprensione dell’interno del pianeta. Le analisi condotte con microscopi elettronici e spettrometria di massa stanno rivelando composizioni chimiche mai osservate, incompatibili con le fasi minerali note.
Questi minerali misteriosi potrebbero offrire informazioni su trasferimenti di calore, cicli dell’acqua profonda, e addirittura sull’evoluzione termica del pianeta. In pratica, ogni frammento custodito in questi diamanti rappresenta un nuovo capitolo nella storia geologica della Terra.
I diamanti come archivio geologico del mantello
I diamanti super-profondi agiscono come archivi geochimici, protetti dal degrado del tempo e della pressione. All’interno delle loro inclusioni si cela una memoria antica e incontaminata, un collegamento diretto con l’ambiente primordiale del mantello terrestre. Queste scoperte stanno ridisegnando le mappe della geodinamica interna, aprendo la strada a una comprensione più approfondita dei meccanismi che muovono le placche tettoniche e alimentano l’attività vulcanica.
I diamanti, dunque, non sono solo simboli di lusso, ma anche strumenti scientifici straordinari, in grado di svelare i segreti nascosti nel cuore più remoto del nostro pianeta.