Verso una bioraffineria circolare che riduce inquinamento e dipendenza dai combustibili fossili
Una nuova generazione di bioraffinerie sta nascendo con l’obiettivo di trasformare ciò che oggi consideriamo rifiuto – come scarti agroalimentari, CO₂ e acque reflue industriali – in risorse preziose e sostenibili. È la missione di GoodByO, un progetto di ricerca europeo della durata di tre anni che si propone di rivoluzionare il modo in cui produciamo composti chimici, puntando su un modello realmente circolare e bio-based.
Il potere nascosto dei microrganismi
Alla base della visione di GoodByO c’è un protagonista minuscolo ma potentissimo: il microrganismo. Grazie alla loro versatilità metabolica, questi esseri viventi invisibili possono essere “addestrati” per nutrirsi di una vasta gamma di fonti di carbonio, inclusa la CO₂, e convertirle in prodotti utili all’industria.
Da rifiuto a risorsa
L’idea è semplice e al tempo stesso ambiziosa: sfruttare i flussi di scarto gassosi e liquidi provenienti dalla bioraffineria ChainCraft per alimentare quattro fabbriche microbiche pilota. Da questi residui nasceranno:
- Acido bio-ottanoico e bio-esanolo, utili nella chimica verde
- Carotenoidi, pigmenti preziosi per la cosmetica e l’alimentazione
- Bio-fertilizzanti, per un’agricoltura più sostenibile
- Proteine microbiche, alternativa innovativa per nutrizione animale e umana
Un progetto europeo dal cuore torinese
GoodByO ha preso il via a Torino e coinvolge dieci partner internazionali provenienti da cinque Paesi europei. In Italia partecipano il Consiglio Nazionale delle Ricerche, il Politecnico di Torino e il Consorzio Italiano Biogas. A fianco dei partner italiani, troviamo istituti e aziende di Paesi Bassi, Austria, Grecia e Repubblica Ceca, uniti dal desiderio comune di costruire un’industria più efficiente e a basse emissioni.
Il progetto è finanziato dall’Unione Europea attraverso l’iniziativa Circular Bio-based Europe Joint Undertaking, che punta a rafforzare la bioeconomia del continente riducendo la dipendenza dai combustibili fossili e valorizzando i rifiuti industriali.
Obiettivo: dimostrare che si può fare
L’ambizione del consorzio non è solo sperimentare, ma dimostrare la fattibilità su scala pilota di questi processi biotecnologici, raccogliendo dati utili per un futuro scale-up industriale. Questo permetterà non solo di capire se le fabbriche microbiche sono economicamente sostenibili, ma anche di rendere competitivi sul mercato i prodotti bio-based, oggi ancora spesso più costosi rispetto agli equivalenti di origine fossile.
Un nuovo paradigma per la bioeconomia
Il progetto GoodByO rappresenta un esempio concreto di come innovazione scientifica, sostenibilità ambientale e cooperazione internazionale possano convergere per costruire un’economia più resiliente. Non si tratta solo di sostituire una fonte con un’altra, ma di ripensare radicalmente il concetto di produzione e rifiuto, trasformando ogni scarto in una risorsa preziosa.
In un mondo che affronta crisi ambientali e scarsità di risorse, lavorare con i microrganismi per valorizzare ciò che buttiamo via non è solo un’opzione interessante: è una necessità