Trattamenti sperimentali con CBD nei bambini con autismo
Una ricerca presentata all’ultimo Congresso Europeo di Psichiatria (EPA) del 2025 ha acceso i riflettori sull’impiego di estratti di cannabidiolo (CBD) nel trattamento dei sintomi comportamentali dell’autismo in età evolutiva. Secondo i dati diffusi, questi trattamenti hanno mostrato risultati incoraggianti, in particolare nel migliorare la reattività sociale e nel ridurre ansia e comportamenti dirompenti.
Difficoltà dei trattamenti tradizionali per l’ASD
Oggi, si stima che 1 bambino su 100 sia affetto da disturbo dello spettro autistico (ASD). I sintomi possono includere difficoltà nell’interpretazione del linguaggio, comunicazione emozionale compromessa e comportamenti ripetitivi. Le opzioni terapeutiche tradizionali si dividono principalmente in farmacologiche e comportamentali, ma entrambe hanno limiti significativi.
I farmaci utilizzati (tra cui ansiolitici, antipsicotici e stimolanti) presentano una variabilità elevata di efficacia e possono causare effetti collaterali rilevanti. I percorsi comportamentali, in particolare l’approccio ABA (analisi comportamentale applicata), sono basati su rinforzi sistematici ma suscitano perplessità sull’efficacia a lungo termine.
L’esigenza di approcci innovativi
Come evidenziato dal presidente dell’EPA, Geert Dom, il trattamento dell’autismo rimane una sfida complessa per famiglie, clinici e pazienti stessi. L’insoddisfazione verso gli approcci convenzionali ha alimentato la ricerca di soluzioni terapeutiche nuove, più efficaci e con minori effetti collaterali.
La recente meta-analisi presentata durante il congresso ha esaminato i risultati di tre studi clinici precedenti, in cui a bambini e adolescenti affetti da ASD sono state somministrate diverse dosi di olio di CBD.
Risultati promettenti ma preliminari
I risultati aggregati hanno rivelato che l’uso di CBD ha portato a un miglioramento tangibile nella reattività sociale e a una riduzione lieve ma significativa dei comportamenti ansiosi e disfunzionali. Inoltre, i trattamenti orali a base di cannabidiolo non hanno mostrato effetti avversi rilevanti rispetto ai gruppi di controllo con placebo.
Gli studiosi sottolineano che, nonostante i segnali positivi, sarà necessario ampliare il numero dei partecipanti per verificare in modo più robusto l’efficacia e la sicurezza del CBD in ambito pediatrico, prima di giungere a una possibile autorizzazione per l’impiego clinico diffuso.
L’articolo ha esclusivamente finalità informative e non intende sostituire il parere di professionisti sanitari.