Un tumore raro ma troppo spesso ignorato
Il cancro anale, sebbene raro, è spesso sottovalutato o ignorato per vergogna o disinformazione. In Australia, ad esempio, colpisce 1 o 2 persone ogni 100.000, un dato modesto rispetto ai melanomi, che interessano circa 70 persone su 100.000. Tuttavia, questa scarsa incidenza non giustifica il silenzio che lo circonda. Il tumore interessa le cellule del rivestimento dell’ano, cioè gli ultimi centimetri del retto. Sintomi come prurito, sanguinamento o fastidio spesso vengono ignorati per imbarazzo, ritardando una diagnosi precoce che potrebbe fare la differenza.
L’infezione da HPV come principale causa
Fino al 90% dei casi di cancro anale è causato dal papillomavirus umano (HPV), un’infezione sessualmente trasmissibile. Più dell’80% delle persone sessualmente attive entrerà in contatto con almeno un ceppo di HPV nel corso della vita. Sebbene la maggior parte dei 150 ceppi esistenti non provochi danni, ceppi ad alto rischio oncogeno, come HPV16, possono determinare alterazioni cellulari che sfociano nel tumore. È importante sottolineare che non è necessario avere rapporti anali per contrarre l’HPV e sviluppare la malattia.
Il ruolo protettivo della vaccinazione
La vaccinazione contro l’HPV, introdotta in Australia nel 2007, si è dimostrata altamente efficace nel ridurre i casi di patologie legate al virus, comprese le verruche genitali e i tumori cervicali e anali. Anche se è ancora presto per avere dati definitivi sulla prevenzione dei tumori, le prospettive sono incoraggianti. Questo evidenzia quanto sia fondamentale estendere la copertura vaccinale, anche tra maschi e adulti.
Altri fattori di rischio da considerare
Oltre all’HPV, esistono ulteriori fattori di rischio che aumentano la possibilità di sviluppare questo tipo di cancro. Tra i principali vi sono:
- Età avanzata
- Fumo
- Sistema immunitario indebolito, come in presenza di HIV o per l’uso di immunosoppressori
- Attività sessuale non protetta e numero elevato di partner
- Storia di tumori ginecologici come il cancro cervicale, vaginale o vulvare
Sintomi da non sottovalutare
Il cancro anale può essere asintomatico nelle fasi iniziali, rendendo fondamentale il ruolo di controlli visivi o indagini come la colonscopia. Quando presenti, i sintomi includono:
- Sanguinamento anale, visibile sulla carta igienica
- Prurito persistente
- Sensazione di evacuazione incompleta
- Noduli anali o fastidio locale
Poiché questi segnali possono essere confusi con le emorroidi, è indispensabile consultare il medico, che potrà prescrivere accertamenti come anoscopia, ecografie o TAC. Questi esami sono generalmente rapidi e poco invasivi.
Diagnosi precoce e sopravvivenza
La tempestività della diagnosi è fondamentale. Se il tumore viene scoperto allo stadio iniziale, le probabilità di sopravvivenza a 5 anni raggiungono il 90%. Questa percentuale scende al 60% quando la diagnosi avviene in stadio avanzato. Il trattamento può includere radioterapia, chemioterapia, interventi chirurgici o un mix delle tre opzioni.
Non è solo cancro anale: attenzione ai sintomi simili
Gli stessi sintomi rettali, come il sanguinamento, potrebbero indicare anche il cancro intestinale (colon o retto), il quarto tumore più diagnosticato in Australia e la seconda causa più comune di morte per cancro. Anche per questo, è fondamentale non sottovalutare alcun sintomo e superare ogni imbarazzo.
Un appello alla consapevolezza
Parlare di cancro anale non deve più essere un tabù. Informarsi, sottoporsi ai vaccini e consultare il proprio medico di fiducia ai primi segnali può cambiare radicalmente la prognosi. L’informazione è l’arma più potente nella lotta contro questo tipo di tumore.
Fonti autorevoli: Cancer Council Australia, World Health Organization, The Lancet Oncology, Australian Institute of Health and Welfare.