L’entusiasmo per la missione NS-31 si scontra con critiche su lusso, impatto ambientale e disuguaglianze
Mentre si avvicina il lancio della missione NS-31 di Blue Origin, in programma per il 14 aprile 2025, cresce l’interesse mediatico per un evento destinato a entrare nella storia: il primo volo suborbitale con un equipaggio interamente femminile da oltre sessant’anni. Ma non tutti celebrano questo traguardo con lo stesso entusiasmo.
Un equipaggio stellare… nel vero senso della parola
La missione NS-31 vedrà a bordo sei donne, tra cui la popstar Katy Perry, la giornalista Gayle King, la filantropa Lauren Sánchez, l’ingegnera Aisha Bowe, l’attivista Amanda Nguyen e Kerianne Flynn, imprenditrice e volto meno noto al grande pubblico. Insieme, vivranno un’esperienza di circa 11 minuti a bordo del razzo New Shepard, durante i quali proveranno la microgravità e potranno osservare la Terra da oltre 100 chilometri di altitudine.
La missione si presenta come un omaggio all’esplorazione spaziale al femminile, un’ode ai progressi dell’inclusione nel settore aerospaziale e un modo per sensibilizzare su temi scientifici e sociali, grazie anche agli esperimenti che Amanda Nguyen porterà a bordo.
Le critiche di Olivia Munn accendono il dibattito
Ma l’atmosfera celebrativa è stata in parte smorzata da un intervento pubblico dell’attrice Olivia Munn, che ha sollevato dubbi sull’utilità di questi voli esclusivi. Intervenendo nel talk show “TODAY with Jenna & Friends”, Munn ha definito la missione una “spesa eccessiva” in un momento storico in cui “molte persone non riescono nemmeno a permettersi le uova”.
Ha anche messo in discussione l’impatto ambientale dei voli spaziali privati, evidenziando il consumo di carburante e i possibili danni per il pianeta: “Tutto quel carburante per soli 11 minuti di volo? A chi serve davvero?”. Munn ha paragonato l’esperienza a una corsa a Six Flags, sottolineando che solo uno dei membri dell’equipaggio ha un vero background da astronauta.
Un volo simbolico o un privilegio mascherato?
Le parole dell’attrice hanno riacceso la discussione su un tema delicato: il senso del turismo spaziale in un’epoca segnata da disuguaglianze sociali, crisi ambientale e sfide economiche globali. Se Virgin Galactic ha già dichiarato che un posto a bordo costa circa 600.000 dollari, Blue Origin non ha reso noti i prezzi per NS-31, ma è evidente che il viaggio rimane un privilegio per pochi.
A fronte di ciò, cresce la domanda: l’esplorazione spaziale ha ancora una vocazione scientifica o è diventata uno spettacolo per celebrità?
Oltre le stelle: lo scopo scientifico e sociale della missione
Nonostante le critiche, i promotori della missione sottolineano come NS-31 rappresenti una piattaforma per ispirare nuove generazioni di donne nella scienza e nella tecnologia. Amanda Nguyen porterà avanti due esperimenti scientifici, uno dei quali in collaborazione con il Centro Nazionale Spaziale Vietnamita, focalizzati su temi legati alla salute femminile e alla ricerca biomedica in microgravità.
Inoltre, l’esperienza del volo potrebbe produrre effetti cognitivi importanti, come il cosiddetto “overview effect”: una trasformazione percettiva e spirituale che molti astronauti dichiarano di aver vissuto osservando la Terra dallo spazio.
Il confine sottile tra progresso e spettacolo
La missione NS-31 è molto più che un volo turistico: è uno specchio della nostra epoca. Da un lato, rappresenta un passo simbolico verso l’uguaglianza di genere e l’apertura dello spazio a un pubblico più vasto. Dall’altro, è inevitabilmente legata a dinamiche di marketing, visibilità e disparità economiche.
Il coinvolgimento di celebrità come Katy Perry, per quanto criticato, risponde a un obiettivo ben preciso: rendere lo spazio “pop”, accessibile, desiderabile. Una strategia che ha il potere di catturare l’attenzione globale, ma che rischia anche di svuotare di significato l’essenza dell’esplorazione scientifica.