Una catastrofe per le api mellifere: la moria più grave in 25 anni
Negli Stati Uniti, le api mellifere stanno affrontando una crisi senza precedenti, con la distruzione di oltre 1,6 milioni di colonie. Secondo Scott McArt, esperto dell’Università di Cornell a New York, si tratta con ogni probabilità del peggior evento del genere mai registrato nel paese in un quarto di secolo, e forse nella sua intera storia apicola.
Un fenomeno ricorrente, ma mai di questa portata
Le perdite stagionali durante i mesi invernali non sono rare per gli apicoltori americani, che normalmente si trovano a fare i conti con la scomparsa di circa il 37% delle colonie ogni anno. Tuttavia, i dati più recenti indicano che la moria avvenuta tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025 ha superato ogni aspettativa negativa, sollevando preoccupazioni in tutto il settore.
Cause ancora incerte, ma molte ipotesi sul tavolo
Sebbene non esista ancora una causa chiara e definitiva, si stanno valutando diverse ipotesi. Gli esperti suggeriscono che il fenomeno possa essere stato provocato da un insieme di fattori, tra cui:
- Parassiti come il Varroa destructor, già noti per il loro impatto devastante sulle colonie.
- Pesticidi sistemici, che interferiscono con il sistema nervoso delle api.
- Malattie virali o batteriche poco conosciute.
- Condizioni climatiche estreme, aggravate dai cambiamenti ambientali in corso.
- Stress alimentare dovuto alla scarsità di piante mellifere e habitat adeguati.
Un impatto enorme per l’agricoltura e la biodiversità
Il ruolo delle api mellifere nella impollinazione delle colture agricole è fondamentale. Con una moria di queste proporzioni, si teme una forte riduzione della produttività agricola, che potrebbe influenzare il prezzo e la disponibilità di numerosi prodotti alimentari, soprattutto frutta, ortaggi e legumi. A ciò si aggiunge il rischio di squilibri ecosistemici, poiché le api contribuiscono anche alla riproduzione di piante selvatiche.
L’urgenza di una risposta coordinata
Le associazioni di apicoltori, gli scienziati e le autorità federali stanno lavorando per raccogliere dati più precisi, identificare i focolai dell’epidemia e mettere in atto misure di emergenza per contenere i danni. Il caso ha riacceso il dibattito sulla necessità di normative più severe sull’uso dei pesticidi e sull’importanza di investire nella ricerca scientifica per salvaguardare gli impollinatori.
La portata di questa moria rappresenta un allarme globale, che coinvolge non solo gli Stati Uniti ma l’intero equilibrio ambientale del pianeta.