Tecnologie miniaturizzate rivelano il segreto del volo sincronizzato dei pipistrelli
Nel cuore dell’estate israeliana, nella Valle di Hula, accade ogni sera un fenomeno affascinante: oltre 2.000 pipistrelli Rhinopoma microphyllum escono contemporaneamente da una stretta apertura di grotta larga appena tre metri quadrati. In quell’attimo crepuscolare, il cielo si riempie di movimento e suoni; un vero e proprio “pennacchio di fumo” vivente che danza nel cielo. Ma come riescono questi mammiferi alati a non urtarsi tra loro in un simile caos acustico?
Il primo microfono indossabile per pipistrelli
Una svolta tecnologica ha permesso ai ricercatori di indagare dall’interno. Un microfono miniaturizzato da soli quattro grammi, progettato per essere fissato temporaneamente al corpo di un pipistrello, ha svelato i segreti dell’ecolocalizzazione in condizioni affollate. Questo minuscolo dispositivo d’argento consente di registrare direttamente in volo i segnali acustici usati dai pipistrelli per orientarsi ed evitare gli ostacoli. Il risultato? Una dettagliata ricostruzione sonora e visiva del traffico aereo più ordinato della natura.
Il cocktail party volante: un intrico di suoni
Nel volo di gruppo, la difficoltà è simile a quella affrontata dagli esseri umani in un rumoroso cocktail party: riconoscere e isolare la propria “voce” tra migliaia di suoni sovrapposti. Fino al 90% dei segnali di ecolocalizzazione può essere mascherato dai richiami dei vicini. Tuttavia, i suoni provenienti da pipistrelli direttamente davanti risultano più chiari, poiché sono direzionati in avanti e meno disturbati da interferenze laterali.
In più, i richiami dei pipistrelli sono altamente ridondanti: contengono molte ripetizioni e frammenti di informazione. Questo consente, nonostante l’interferenza, di raccogliere abbastanza dati acustici per una navigazione sicura.
Spostamenti laterali e strategie di volo
Un altro elemento sorprendente è il movimento laterale che i pipistrelli eseguono appena usciti dalla grotta. Questo comportamento spontaneo permette di distribuirsi nello spazio, ampliando la distanza tra un individuo e l’altro. Mentre avanzano nella tipica formazione “a pennacchio”, ogni pipistrello mantiene abbastanza spazio personale sonoro per percepire chiaramente i propri segnali di ecolocalizzazione.
Dai deserti d’Israele alle pozze del Centro America
Le scoperte sui Rhinopoma microphyllum richiamano altri studi condotti sui pipistrelli dalle labbra frangiate che cacciano nella giungla di America Centrale e Meridionale. Anche lì, questi cacciatori alati devono orientarsi tra le complesse cacofonie prodotte dalle rane túngara, identificando un bersaglio preciso come il sacco golare gonfio di una rana in amore. In entrambi i casi, emerge una straordinaria capacità di percepire e reagire al suono in ambienti saturi di rumore.
Grazie a queste tecnologie innovative, oggi possiamo apprezzare la precisione quasi ingegneristica con cui i pipistrelli si coordinano nel buio, volando in migliaia senza quasi mai toccarsi. Un piccolo miracolo acustico che prende vita ogni notte nei cieli d’Israele.