Le nuove rivelazioni emerse dall’esplorazione del cratere Jezero su Marte stanno alimentando un dibattito sempre più acceso sulla possibilità che, miliardi di anni fa, il Pianeta Rosso abbia ospitato vita microbica. Il rover Perseverance, inviato dalla NASA, ha individuato piccole macchie scure su alcune rocce affioranti. Queste tracce si sono rivelate essere minerali la cui formazione è strettamente collegata alla presenza di acqua liquida. L’analisi più recente suggerisce addirittura che queste impronte contengano composti organici, i mattoni fondamentali per lo sviluppo della vita. La questione che si pone oggi è se queste evidenze possano finalmente dimostrare che Marte sia stato, in passato, un mondo abitato da forme di vita primitiva.
Energia oscura: la scoperta che potrebbe riscrivere l’universo
In Arizona, presso l’osservatorio che ospita il DESI, ovvero lo Strumento Spettroscopico di Energia Oscura, gli scienziati hanno raccolto i dati più rilevanti degli ultimi decenni riguardo a questa forza cosmica invisibile. Secondo le nuove misurazioni, l’energia oscura, quella forza ipotizzata che spinge il cosmo a espandersi sempre più velocemente, potrebbe non essere costante. Se questa forza misteriosa dovesse indebolirsi, l’intera cosmologia moderna sarebbe messa in discussione. Ci si troverebbe infatti di fronte alla prospettiva di un universo destinato non all’espansione eterna, ma a un possibile collasso finale, il cosiddetto big crunch. Si tratta di un cambiamento di paradigma che potrebbe essere la più importante scoperta sull’energia oscura degli ultimi 25 anni.
L’ossigeno oscuro e le profondità oceaniche: un enigma che potrebbe spiegare la vita extraterrestre
Lo scorso anno, la teoria dell’ossigeno oscuro ha sollevato un acceso dibattito tra i ricercatori. Secondo questa ipotesi, noduli metallici presenti sui fondali degli oceani terrestri potrebbero essere la fonte di un tipo di ossigeno non rilevabile con i metodi convenzionali. La teoria era stata messa in discussione a causa della mancanza di una spiegazione chiara sui meccanismi che permetterebbero a questo gas vitale di formarsi e diffondersi. Tuttavia, un team di ricercatori cinesi sostiene oggi di aver decifrato il mistero. L’ossigeno oscuro sarebbe prodotto attraverso processi chimici legati alle reazioni tra i metalli e l’acqua di mare. Questo gas invisibile potrebbe rappresentare una riserva fondamentale di ossigeno per molte forme di vita abissale, aprendo nuovi scenari su come la vita possa esistere in ambienti estremi, sia sul nostro pianeta che oltre i confini della Terra.