In molte famiglie con bambini piccoli, il tema dei vermi intestinali è diventato un argomento di discussione ricorrente. Ogni poche settimane, asili e scuole inviano comunicazioni ai genitori per segnalare la presenza di ossiuri tra gli alunni. Non sorprende che questi parassiti ritornino di frequente, vista la loro estrema facilità di trasmissione.
Che cos’è l’infestazione da ossiuri
L’Enterobius vermicularis, comunemente conosciuto come verme dei pin o verme del sedile, è responsabile di una delle più diffuse infezioni parassitarie nei bambini. Il soprannome di verme del sedile deriva dal fatto che i sintomi si localizzano prevalentemente nelle zone su cui ci si siede. Questo elminta, lungo e sottile, di colore bianco argenteo, è noto per provocare prurito anale, soprattutto durante le ore notturne.
Il ciclo vitale degli ossiuri inizia quando le loro uova vengono ingerite accidentalmente. Dopo essere passate attraverso l’intestino tenue, le larve si insediano nel cieco, la prima parte dell’intestino crasso. Di notte, le femmine migrano verso il retto per deporre le uova, scatenando un forte prurito che porta chi ne è colpito a grattarsi. Questo comportamento contribuisce alla diffusione delle uova, che si depositano sotto le unghie e vengono facilmente trasmesse ad altre persone attraverso il contatto diretto o superfici contaminate.
Come riconoscere un’infezione da ossiuri
Tra i segnali più comuni si riscontrano irritabilità notturna, difficoltà a dormire e, in alcuni casi, enuresi notturna. Gli ossiuri possono essere visibili nelle feci come sottili filamenti bianchi. In situazioni rare, l’infestazione può causare dolore addominale e simulare un attacco di appendicite. Esistono casi documentati in cui l’appendice è stata rimossa chirurgicamente e trovata piena di vermi vivi.
Il trattamento più diffuso è a base di mebendazolo, un farmaco disponibile senza prescrizione in molte farmacie italiane. Si consiglia di somministrare il medicinale a tutti i membri della famiglia sopra i due anni, anche in assenza di sintomi. Per i bambini sotto i due anni e per le donne in gravidanza o allattamento, è fondamentale consultare un medico, poiché il farmaco potrebbe non essere indicato.
Le pratiche di igiene personale giocano un ruolo essenziale nella prevenzione della diffusione: lavare accuratamente le mani, cambiare regolarmente la biancheria e tagliare le unghie riduce il rischio di propagazione delle uova.
Gli anchilostomi: un altro nemico dell’intestino umano
Gli anchilostomi, sebbene più diffusi nei climi caldi di Asia, Africa e America Latina, infettano ancora circa 470 milioni di persone nel mondo. In Italia e in Europa, l’infestazione è rara, ma possibile. Le larve degli anchilostomi penetrano la pelle nuda, spesso dai piedi, viaggiando attraverso il flusso sanguigno fino ai polmoni. Successivamente, risalgono lungo la trachea, vengono deglutite e si stabiliscono nell’intestino tenue.
I sintomi includono tosse secca, respiro sibilante, dolore addominale e diarrea. L’infezione può ostacolare l’assorbimento di ferro e proteine, causando anemia. La fase cutanea si manifesta con un’eruzione nota come larva migrans cutanea, caratterizzata da linee rosse serpeggianti che si muovono sotto la pelle.
Come gli ossiuri, anche gli anchilostomi si combattono efficacemente con farmaci orali specifici.
La filariasi linfatica e l’elefantiasi: quando i vermi invadono il sistema linfatico
Un altro esempio di infezione grave è la filariasi linfatica, causata da vermi appartenenti all’ordine dei Filariidae. Questi parassiti si insediano nei vasi linfatici, ostacolando il drenaggio dei liquidi corporei e provocando linfedema. L’accumulo di liquido nelle gambe, nelle braccia o nei genitali può evolvere in elefantiasi, una condizione che comporta un ingrossamento estremo degli arti e un ispessimento della cute, rendendola simile alla pelle di un elefante.
Altri elminti che colpiscono l’uomo
Tra gli altri vermi parassiti che possono infestare l’intestino umano ci sono le tenie e i tricocefali, entrambi capaci di provocare disturbi digestivi. Nonostante il nome, la tigna non è un verme, bensì un’infezione micotica della pelle, causata da un fungo.
Questi esempi mostrano l’ampia varietà di elminti che possono colpire gli esseri umani, con sintomi che variano dal prurito anale alla tosse persistente, fino a gonfiori cronici delle estremità.