Un recente studio clinico ha suggerito che trattare sia le donne affette da vaginosi batterica (VB) sia i loro partner maschili con antibiotici potrebbe ridurre in modo significativo il rischio di recidiva. Questa condizione, che colpisce milioni di persone nel mondo, è caratterizzata da un’alterazione dell’equilibrio tra batteri “buoni” e “nocivi” nella vagina, con una crescita eccessiva di quelli dannosi.
Un problema diffuso e difficile da eradicare
Si stima che la vaginosi batterica interessi tra il 23% e il 29% delle donne in età fertile. Molte persone affette non manifestano sintomi evidenti, mentre altre possono riscontrare perdite vaginali biancastre o grigiastre con un odore sgradevole, irritazione e una sensazione di bruciore durante la minzione.
Il trattamento standard prevede la somministrazione di antibiotici, ma non garantisce una soluzione definitiva. Le recidive sono molto frequenti: uno studio ha evidenziato che oltre il 50% delle donne trattate sviluppa nuovamente la VB entro 12 mesi. Uno dei principali fattori di rischio per la ricomparsa della condizione è rappresentato dai rapporti sessuali con un partner abituale.
Il trial clinico: trattare anche gli uomini fa la differenza
Sulla base di queste osservazioni, i ricercatori del Melbourne Sexual Health Centre hanno sperimentato un nuovo approccio terapeutico, somministrando antibiotici non solo alle donne affette da VB, ma anche ai loro partner maschili.
Lo studio ha coinvolto 164 coppie eterosessuali monogame, suddivise in due gruppi:
- Nel primo gruppo, entrambi i partner hanno ricevuto un trattamento a base di antibiotici orali e una crema per una settimana.
- Nel secondo gruppo, solo la donna è stata sottoposta al trattamento antibiotico.
Successivamente, le coppie sono state monitorate per 12 settimane al fine di valutare l’eventuale ricomparsa dei sintomi.
Risultati sorprendenti: recidive dimezzate
I risultati ottenuti sono stati talmente evidenti che il trial è stato interrotto in anticipo: nelle coppie in cui entrambi i partner sono stati trattati, il rischio di recidiva è risultato ridotto della metà rispetto al gruppo di controllo.
Secondo la professoressa Catriona Bradshaw, autrice principale dello studio, questo approccio potrebbe rivoluzionare la gestione della vaginosi batterica, offrendo una strategia efficace, economica e di breve durata per ridurre il rischio di reinfezione.
La VB è una malattia sessualmente trasmissibile?
I risultati dello studio rafforzano l’ipotesi che la VB possa essere trasmessa sessualmente, un aspetto ancora dibattuto nella comunità scientifica. Studi precedenti avevano escluso questa possibilità, ma secondo Bradshaw tali ricerche presentavano limiti metodologici, poiché nessuna prevedeva l’uso combinato di antibiotici orali e topici per eliminare completamente i batteri dalla pelle del pene.
La ricercatrice ha spiegato che il trial ha dimostrato come la reinfezione da parte del partner sia una delle principali cause delle recidive e ha fornito nuove prove a sostegno dell’idea che la VB possa essere classificata come un’infezione a trasmissione sessuale (IST).
Questa ricerca, pubblicata nel New England Journal of Medicine, apre nuove prospettive nella cura della vaginosi batterica, migliorando la qualità della vita di milioni di persone.