Un nuovo studio ha sollevato preoccupazioni significative riguardo alla sicurezza della futura missione Dragonfly della NASA su Titano, la più grande luna di Saturno. Secondo i dati raccolti, i venti che spirano su questo affascinante corpo celeste sarebbero abbastanza potenti da spostare rocce dal diametro di oltre mezzo metro, un fattore che potrebbe rappresentare un rischio concreto per l’integrità del veicolo che dovrà esplorare la superficie.
L’obiettivo di Dragonfly è di atterrare su Titano nel corso del 2034, offrendo una prospettiva inedita su uno degli ambienti più complessi e misteriosi del Sistema Solare. Il progetto prevede l’utilizzo di un sofisticato velivolo a rotori, in grado di spostarsi agilmente tra diverse aree di interesse scientifico. Il lancio del drone è programmato per il 2028, e rappresenta uno dei progetti più ambiziosi mai intrapresi nell’ambito dell’esplorazione planetaria.
La superficie di Titano è stata osservata in dettaglio solo in due occasioni significative: grazie alla missione Cassini, che ha orbitato intorno a Saturno e ai suoi satelliti per oltre un decennio, e tramite la discesa della sonda Huygens, atterrata su Titano nel 2005. Le immagini inviate da queste missioni hanno rivelato la presenza di distese di massi levigati, disposti lungo vasti campi di dune scolpite dai venti.
Secondo le simulazioni più recenti, i venti di superficie su Titano possono raggiungere velocità sufficienti a muovere blocchi rocciosi di dimensioni considerevoli, generando una sorta di “moti franosi” capaci di ostacolare le operazioni di Dragonfly. Il rischio principale non riguarda tanto il volo, quanto le fasi di atterraggio e decollo, durante le quali il velivolo si troverà più esposto all’impatto con eventuali ostacoli mobili.
Gli scienziati del Johns Hopkins Applied Physics Laboratory, responsabili dello sviluppo di Dragonfly, hanno studiato accuratamente l’ambiente di Titano per ridurre al minimo i pericoli operativi. Tuttavia, l’imprevedibilità del vento e dei fenomeni geomorfologici lunari aggiunge un ulteriore livello di complessità alla missione.
Nell’illustrazione fornita dalla NASA, creata da Steve Gribben, viene mostrata una rappresentazione artistica del drone Dragonfly mentre si prepara ad atterrare su una superficie sabbiosa e costellata di rocce, sottolineando le difficoltà che il team di missione si troverà ad affrontare.
Il volo su Titano, che vanta un’atmosfera densa ricca di azoto e metano, rappresenta una sfida unica per l’ingegneria aerospaziale. L’ambiente è estremamente freddo, con temperature medie intorno ai -179 gradi Celsius, e la superficie alterna distese di sabbia organica a laghi di idrocarburi liquidi, creando un paesaggio affascinante ma ostile.
Le scoperte fatte grazie alle missioni precedenti sono state fondamentali per la progettazione di Dragonfly, ma la variabilità dei venti e la presenza di massi mobili su Titano impongono una pianificazione meticolosa e un’attenzione costante alla sicurezza del velivolo, che dovrà muoversi tra dune, crateri e fiumi antichi, esplorando una superficie che, nonostante la sua distanza dalla Terra, potrebbe contenere indizi cruciali sull’origine della vita.