Il forte terremoto che ha colpito l’area dei Campi Flegrei alle ore 1:25 di mercoledì 13 marzo 2025, con una magnitudo di 4,4, è direttamente legato al ritmo accelerato del sollevamento del suolo nella zona di Pozzuoli. Secondo quanto dichiarato da Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani presso l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, la velocità con cui il suolo si sta sollevando si è triplicata negli ultimi tempi, passando da 1 centimetro al mese a ben 3 centimetri al mese.
L’aumento della velocità di innalzamento del suolo, fenomeno noto come bradisismo, risulta essere strettamente correlato con l’incremento della sismicità locale. Bianco ha precisato che questo tipo di eventi non è inatteso, considerata la dinamica attuale dell’area flegrea. Tuttavia, ha sottolineato che non è possibile prevedere con precisione quando si verificherà un nuovo terremoto, né quale potrà essere la sua intensità.
La crisi bradisismica, in atto da diversi anni nell’area dei Campi Flegrei, si sta intensificando ulteriormente rispetto al 2023, con segnali che indicano un aumento della pressione dei fluidi sotterranei, ma senza alcuna evidenza di risalita di magma a bassa profondità. Questo elemento è stato chiarito ancora da Bianco, specificando che l’assenza di magma superficiale esclude, al momento, indicazioni dirette di un’eruzione imminente, poiché la presenza di magma vicino alla superficie rappresenterebbe un segnale tipico di un’eruzione vulcanica.
L’evento sismico della scorsa notte si inserisce, quindi, in un contesto di attività geodinamica complessa, che continua a interessare in modo particolare la città di Pozzuoli e i comuni limitrofi, situati nell’area dei Campi Flegrei, una delle zone vulcaniche più sorvegliate d’Europa.