Un’osservazione senza precedenti ha permesso agli scienziati di Polar Bears International (PBI), San Diego Zoo Wildlife Alliance, l’Istituto Polare Norvegese e l’Università di Toronto Scarborough di ottenere immagini dettagliate dei cuccioli di orso polare che emergono dalle loro tane per la prima volta. Lo studio, condotto per quasi dieci anni nell’arcipelago delle Svalbard, in Norvegia, ha utilizzato per la prima volta una combinazione di collari satellitari GPS e telecamere a controllo remoto, offrendo un’inedita finestra sul comportamento di questi animali nei loro primi mesi di vita.
La nascita e lo sviluppo dei cuccioli di orso polare
Quando una femmina di orso polare è in attesa, scava una tana nella neve, dove trascorrerà diversi mesi con i suoi piccoli. La dottoressa Louise Archer, ricercatrice post-dottorato presso l’Università di Toronto Scarborough e membro di PBI, ha spiegato che le femmine tendono a tornare nelle stesse aree per costruire le loro tane. All’interno, i cuccioli nascono e iniziano il loro sviluppo in condizioni estremamente vulnerabili.
La dottoressa Archer ha sottolineato che i neonati sono altamente sottosviluppati, con un peso di circa 600 grammi, l’equivalente di un panetto di burro. Alla nascita, i piccoli sono quasi completamente privi di pelo, con una sottile peluria protettiva, e sono ciechi, rendendoli completamente dipendenti dalla madre.
“La madre entra nella sua tana tra ottobre e novembre, e durante questo periodo l’embrione fecondato inizia il suo sviluppo,” ha spiegato Archer. “Gli orsi polari hanno una gestazione attiva di soli 60 giorni, un periodo estremamente breve, e i cuccioli nascono tra dicembre e gennaio.”
L’importanza del monitoraggio nel contesto del cambiamento climatico
Con l’espansione delle attività umane nell’Artico, monitorare il comportamento degli orsi polari e delle loro tane materne sta diventando sempre più urgente. La ricerca mira a fornire dati cruciali per strategie di conservazione più efficaci, soprattutto in un’epoca in cui le pressioni antropiche minacciano gli habitat di questi animali.
“Abbiamo osservato una famiglia che ha lasciato la tana dopo appena due giorni, mentre un’altra è rimasta per un mese,” ha raccontato Archer. Queste variazioni nei tempi e nei comportamenti sono uno degli aspetti più sorprendenti dello studio.
Uno studio rivoluzionario sul comportamento degli orsi polari
Questa ricerca rappresenta un progresso significativo perché, per la prima volta, ha combinato collari di tracciamento satellitare con trappole fotografiche remote, permettendo agli scienziati di osservare gli orsi polari senza disturbarli. Grazie a questa metodologia innovativa, è stato possibile documentare comportamenti mai registrati prima.
“Ogni tana ha raccontato una storia diversa,” ha spiegato la dottoressa Archer, evidenziando quanto le femmine e i loro cuccioli possano avere approcci differenti all’uscita dalla tana. “Alcune madri sono emerse per brevi momenti prima di rientrare, mentre altre hanno impiegato più tempo per abbandonare definitivamente il rifugio.”
Un aspetto particolarmente sorprendente è stato osservare femmine che hanno cambiato tana dopo essere uscite dalla prima, scavandone una nuova nella neve e trasferendovi i propri cuccioli. “Ci chiediamo: perché si sono spostate? Quali condizioni nella tana originale le hanno spinte a cercare un altro rifugio? E quali sono le conseguenze di questo comportamento per i cuccioli?”
La corsa contro il tempo per la conservazione degli orsi polari
Rispondere a queste domande è cruciale per proteggere gli orsi polari, in un contesto in cui l’attività umana nell’Artico continua ad espandersi. La ricerca offre una base scientifica per la gestione e la tutela di questi magnifici animali, contribuendo a ridurre i conflitti tra le aree di tana e le operazioni industriali che avanzano sempre più a nord.