Un fossile eccezionalmente conservato, appartenente a una specie di pesce d’acqua dolce mai identificata prima, è stato rinvenuto nel sito di McGraths Flat, situato nel Nuovo Galles del Sud, in Australia. Questo ritrovamento, datato a circa 15 milioni di anni fa, rappresenta il primo esemplare dell’ordine degli Osmeriformi scoperto nel continente australiano. Non solo il fossile si presenta in condizioni straordinarie, ma mostra un ventre intatto e colmo di prede, offrendo un’istantanea senza precedenti sugli antichi ecosistemi del Miocene.
Un pesce fossile dal ventre colmo: uno sguardo unico sugli ecosistemi australiani del Miocene
Secondo il dottor Matthew McCurry, responsabile del team che ha effettuato la scoperta, il ritrovamento di questo pesce fossile fornisce un’occasione unica per analizzare la biodiversità d’acqua dolce che caratterizzava le Tablelands Centrali durante l’epoca del Miocene, un periodo che si estende tra 11 e 15 milioni di anni fa. L’eccezionale stato di conservazione si deve in gran parte alla goethite, un minerale di ossido-idrossido di ferro che ha protetto i fossili dalla degradazione.
Gli studiosi hanno esaminato il contenuto dello stomaco di quattro esemplari fossilizzati, rivelando un regime alimentare basato prevalentemente su larve di chironomidi. In un caso specifico, è stato identificato anche un coleottero bloccato tra le mascelle dell’animale, mentre altre prede includevano ali di insetti appartenenti a specie ancora sconosciute.
Ferruaspis brocksi: una nuova specie con tracce di pigmenti e parassiti
Il nome scientifico assegnato alla nuova specie è Ferruaspis brocksi. La denominazione “Ferruaspis” deriva dal latino “ferrum”, che significa ferro, e dal greco “aspis”, che indica uno scudo, a richiamare il contesto geologico in cui è stata rinvenuta la specie. Il termine “brocksi” è invece un omaggio al professor Jochen J. Brocks, che ha contribuito alla scoperta di numerosi fossili nel sito.
Attraverso l’analisi di melanofori fossilizzati, strutture cellulari contenenti melanina, i ricercatori sono riusciti a ricostruire la colorazione originaria del pesce. Il corpo presentava strisce laterali lungo i fianchi, una tonalità più scura sul dorso e sfumature più chiare nella zona addominale. La presenza di melanosomi fossilizzati, già utilizzati per ricostruire la pigmentazione delle piume degli uccelli preistorici, non era mai stata applicata prima d’ora a un pesce estinto.
Un fossile che racconta anche le interazioni parassitarie di milioni di anni fa
Uno degli esemplari di Ferruaspis brocksi conserva tracce di una fase larvale di mitilo d’acqua dolce, un parassita che si attaccava alle pinne o alle branchie dei pesci per essere trasportato lungo i corsi d’acqua. Si tratta del primo caso documentato di tale interazione parassitaria nel record fossile.
Come ha sottolineato il dottor Michael Frese, ricercatore presso l’Università di Canberra e il CSIRO, il fossile dimostra una complessità ecologica notevole, con comportamenti di predazione e parassitismo ben documentati, difficilmente osservabili in altri reperti fossili.
McGraths Flat: una finestra sul passato remoto delle Tablelands Centrali
Il sito di McGraths Flat, nelle Tablelands Centrali del Nuovo Galles del Sud, si conferma uno dei giacimenti fossiliferi più importanti dell’Australia. I reperti rinvenuti, che includono piante, insetti e ora anche un vertebrato, offrono uno spaccato dettagliato degli ambienti lacustri australiani di 15 milioni di anni fa. Secondo il professor Brocks, rompere le lastre di roccia rosso ruggine è come sfogliare un libro di storia naturale, che restituisce immagini vivide di un mondo perduto.
Lo studio scientifico su Ferruaspis brocksi è stato pubblicato sul Journal of Vertebrate Paleontology, arricchendo il patrimonio di conoscenze sui vertebrati fossili australiani e sul loro ambiente preistorico.