Un recente studio internazionale ha evidenziato quanto il benessere durante la gravidanza influisca in modo determinante sulla salute mentale futura. Durante i mesi di gestazione, infatti, l’ambiente che circonda il feto — sia interno che esterno — può condizionare in maniera profonda lo sviluppo cerebrale e predisporre a problematiche psichiatriche.
Secondo i risultati pubblicati su Nature Communications, un ruolo centrale in questo processo sarebbe svolto dalla placenta, organo fondamentale nel trasporto di nutrienti, ossigeno e segnali ormonali dal corpo della madre al nascituro.
Il ruolo determinante della placenta nello sviluppo cerebrale
Il team di ricerca, composto da ben 28 esperti provenienti da tutta Europa e dagli Stati Uniti, ha individuato nella placenta un possibile elemento chiave nella comparsa di disturbi neuropsichiatrici. Durante la fase gestazionale, alterazioni nella struttura o nel funzionamento di questo organo possono influenzare l’attivazione di determinati geni legati a patologie come schizofrenia, disturbo bipolare e depressione maggiore.
In aggiunta, emergono legami anche con disturbi come ADHD e autismo, suggerendo un panorama ancora più ampio di correlazioni genetiche e ambientali. Nora Fernandez-Jimenez, una delle principali autrici dello studio, ha dichiarato come queste osservazioni rafforzino l’ipotesi di un’origine neuroevolutiva per queste condizioni e di un ruolo cruciale della placenta nel determinare l’esito.
Placenta: una barriera protettiva e un filtro fondamentale
Questo organo temporaneo, attivo esclusivamente durante la gestazione, funge da collegamento vitale tra madre e bambino. Gestisce il passaggio di sostanze nutritive, smaltisce i rifiuti metabolici e regola il trasporto di ossigeno. Inoltre, controlla la trasmissione di segnali endocrini che regolano la crescita e lo sviluppo cerebrale del feto.
È ormai noto che diversi fattori esterni, come stress cronico, alimentazione inadeguata o esposizione a inquinanti ambientali, possano alterare la funzione placentare. Queste alterazioni possono avere effetti di lunga durata sul sistema nervoso centrale e aumentare la predisposizione a future patologie neuropsichiatriche.
Le modifiche epigenetiche: quando il DNA si adatta all’ambiente
I ricercatori hanno concentrato la loro attenzione sulle modifiche epigenetiche della placenta, in particolare sulla metilazione del DNA. Questo processo consiste nell’aggiunta di piccole molecole a specifici tratti del materiale genetico, alterando l’espressione genica senza modificare la sequenza di basi.
Tali modifiche sono fondamentali per l’adattamento dell’organismo alle condizioni ambientali e possono essere influenzate dalla genetica materna, dallo stile di vita e dal livello di stress. La scoperta di un collegamento diretto tra la metilazione placentare e il rischio genetico di sviluppare disturbi psichiatrici apre nuove possibilità per diagnosticare e intervenire precocemente.
La possibilità di diagnosi e intervento prima della nascita
Ariadna Cilleros-Portet, ricercatrice presso il Mount Sinai Hospital di New York, ha sottolineato come la capacità di riconoscere i fattori di rischio neuropsichiatrici durante la gestazione potrebbe rivoluzionare la medicina. L’obiettivo è quello di individuare segni precoci di vulnerabilità e strutturare interventi su misura, quando ancora i sintomi non si sono manifestati.
Questa strada promette lo sviluppo di nuove tecniche di prevenzione e la creazione di trattamenti mirati per il benessere mentale futuro dei bambini, già a partire dai mesi che precedono la nascita.