Nel cuore delle foreste dell’Africa occidentale, precisamente a Bossou, nella Repubblica di Guinea, la ricercatrice Sophie Berdugo ha trascorso anni osservando da vicino le comunità selvatiche di scimpanzé. I risultati dei suoi studi mettono in discussione le comuni convinzioni sugli scimpanzé e sui loro “cugini” bonobo, rivelando quanto il nostro legame con queste due specie sia più profondo e complesso di quanto si sia mai creduto.
La sessualità negli scimpanzé e nei bonobo: un linguaggio sociale condiviso
Gli scimpanzé sono spesso descritti come animali competitivi e talvolta violenti, mentre i bonobo godono di una fama di primati pacifici, noti per la loro affettuosità e la loro socialità disinibita. Tuttavia, le osservazioni condotte sul campo dimostrano che entrambe le specie impiegano il sesso come strumento di mediazione sociale. Non si tratta solo di un atto finalizzato alla riproduzione, ma di un mezzo sofisticato per gestire tensioni all’interno del gruppo, superare stress legati alle dinamiche di convivenza e risolvere conflitti, persino durante la condivisione del cibo.
Questi comportamenti, che fino a poco tempo fa si ritenevano esclusivi dei bonobo, rivelano una complessità emotiva e una strategia sociale che accomunano i due primati e che, per certi versi, ricordano le dinamiche relazionali degli esseri umani.
Strumenti di pietra: la cultura degli scimpanzé di Bossou sotto minaccia
Nel villaggio guineano di Bossou, un piccolo gruppo di scimpanzé utilizza strumenti di pietra per rompere le noci di palma. Questo comportamento è considerato una vera e propria tradizione culturale, tanto che l’UNESCO lo ha riconosciuto come patrimonio culturale immateriale. Tuttavia, questa affascinante pratica rischia di scomparire. L’habitat naturale degli scimpanzé è minacciato da deforestazione e cambiamenti ambientali, e con esso anche le conoscenze tramandate di generazione in generazione.
Sophie Berdugo, nel corso della sua ricerca, ha documentato il declino delle popolazioni e l’erosione culturale che sta mettendo a rischio questa antica sapienza primate.
Ossa lavorate: la rivoluzione archeologica nella gola di Olduvai
Nel nord della Tanzania, all’interno della celebre gola di Olduvai, un team internazionale di archeologi ha scoperto 27 strumenti ricavati da ossa di animali, risalenti ad almeno 1,5 milioni di anni fa. Si tratta di un ritrovamento che rivoluziona le teorie sull’evoluzione tecnologica umana: finora si credeva che l’utilizzo sistematico di utensili in osso fosse iniziato solo 400.000 anni fa.
Questa scoperta dimostra che i nostri antenati ominidi, già in tempi remoti, non si limitavano a lavorare la pietra, ma avevano sviluppato una notevole versatilità nell’uso di materiali diversi per costruire utensili. Le nuove datazioni spostano indietro di almeno un milione di anni la nascita di questa tecnologia preistorica, offrendo una visione completamente nuova delle capacità cognitive e manuali dei primi ominidi.
Strutture biologiche nello spazio: la sfida visionaria della DARPA
La US Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) sta progettando di coltivare strutture biologiche su larga scala nello spazio. Si tratta di organismi viventi, ingegnerizzati per crescere e formare antenne giganti, reti spaziali per il recupero dei detriti orbitanti e addirittura ascensori spaziali che colleghino la superficie terrestre all’orbita bassa.
Questa visione, che potrebbe sembrare fantascientifica, è in fase di studio nei laboratori più avanzati degli Stati Uniti. La DARPA, nota per i suoi progetti futuristici, si chiede se sia realmente possibile far crescere queste strutture viventi in ambienti extraterrestri, trasformando i viaggi spaziali e la colonizzazione orbitale in realtà.
Rowan Hooper e Penny Sarchet approfondiscono queste tematiche nell’Episodio 292 del loro podcast settimanale, ospitando esperti come Sophie Berdugo, Jake Brooker e Katarina Almeida-Warren.
Puoi ascoltare l’episodio integrale sul sito di New Scientist e scoprire perché gli scimpanzé sono ancora nell’età della pietra, mentre gli umani guardano alla conquista dello spazio.