Il periodo della perimenopausa, quella fase che precede la menopausa, è spesso accompagnato da una serie di sintomi che vanno ben oltre le classiche vampate di calore o le variazioni dell’umore. Gli studiosi stanno finalmente svelando quanto profondamente questo momento influenzi il cervello femminile, portando a difficoltà cognitive che, fino a poco tempo fa, venivano sottovalutate o attribuite semplicemente al normale processo di invecchiamento.
Durante i primi anni Quaranta, molte donne iniziano a notare segnali che sembrano insignificanti: una stanchezza persistente, una memoria che sembra fare cilecca, oggetti smarriti che ricompaiono nei luoghi più impensabili, come il frigorifero o l’armadietto della cucina. Per alcune, queste dimenticanze diventano episodi tanto frequenti quanto destabilizzanti, al punto da far saltare appuntamenti importanti o confondere le priorità quotidiane.
Secondo Lisa Mosconi, neuroscienziata e direttrice della Women’s Brain Initiative presso il Weill Cornell Medicine di New York, il 62% delle donne in perimenopausa e postmenopausa riporta problemi cognitivi significativi. Questi disturbi, che si manifestano come difficoltà a ricordare i nomi, scarsa concentrazione o disattenzioni pratiche, arrivano a spaventare chi li vive, facendo temere patologie come la demenza precoce.
Per decenni, i sintomi neurologici legati alla menopausa sono stati minimizzati o accettati come un destino ineluttabile. Oggi, invece, la ricerca scientifica dimostra che il cervello femminile attraversa veri e propri cambiamenti strutturali e funzionali in questa fase della vita. Ciò che emerge con sempre maggior chiarezza è che non si tratta solo di perdite: la menopausa rappresenta anche un’opportunità preziosa per proteggere e rafforzare la salute cerebrale a lungo termine.
Le nuove scoperte indicano che il declino degli estrogeni, principale causa del caos ormonale, influisce sulla plasticità neuronale, sulla memoria e sulle capacità cognitive. Tuttavia, i neuroscienziati stanno osservando che il cervello potrebbe attivare strategie di compensazione, rimodellandosi in modi che potrebbero persino portare benefici a lungo termine, se riconosciuti e supportati in tempo.
Questa nuova consapevolezza sta spingendo la medicina a considerare la perimenopausa non solo come un momento di passaggio, ma come una finestra critica per intervenire a favore della salute cerebrale femminile, prevenendo in modo più efficace le malattie neurodegenerative e migliorando la qualità della vita futura.