La mente umana, spesso, appare più vecchia rispetto all’età anagrafica. Tuttavia, numerosi studi scientifici dimostrano che esistono diverse strategie efficaci per contrastare questo fenomeno. La neuroscienziata e columnist del New Scientist, dopo aver osservato il proprio declino cognitivo, ha deciso di approfondire l’argomento.
Nei giorni scorsi, pur avendo appena compiuto 40 anni, ha sperimentato una serie di episodi preoccupanti: ha dimenticato la data dell’anniversario di matrimonio, non è riuscita a ricordare il nome del figlio di un caro amico e ha fatto fatica a mantenere la concentrazione su qualsiasi progetto lavorativo. Queste esperienze l’hanno spinta a chiedersi quanto potesse essere “vecchio” il proprio cervello rispetto alla sua reale età.
Le immagini delle risonanze magnetiche rappresentano un potente strumento diagnostico in grado di mostrare il processo di invecchiamento cerebrale. Secondo le più recenti ricerche, gli organi interni del nostro corpo — come il cuore, i reni e le ovaie — non invecchiano tutti allo stesso ritmo. Questa variabilità biologica si riflette anche nel cervello.
La scienza ha evidenziato come sia possibile che un cervello presenti alterazioni legate all’età anche in persone molto giovani. Cambiamenti nelle connessioni sinaptiche, alterazioni della materia bianca e perdita di volume cerebrale possono manifestarsi già a partire dai 30 anni, in alcuni casi anche prima.
Lo stile di vita gioca un ruolo chiave in questo processo. Le abitudini quotidiane, l’alimentazione, il sonno, il movimento e il livello di stress influiscono profondamente sulla salute mentale e sulle capacità cognitive. È dimostrato che una dieta poco equilibrata, la mancanza di attività fisica regolare e un riposo insufficiente accelerano il processo di degenerazione cerebrale.
Un altro aspetto determinante è l’esposizione a situazioni stressanti croniche. L’aumento dei livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, provoca danni strutturali all’ippocampo, una regione fondamentale per la memoria e l’apprendimento.
Per misurare l’età biologica del cervello, diversi centri di ricerca utilizzano tecnologie di imaging avanzato combinate con algoritmi di intelligenza artificiale. Questi strumenti confrontano i parametri cerebrali individuali con quelli di migliaia di persone coetanee, fornendo così una stima precisa dell’età neurologica.
I dati raccolti dimostrano che alcune persone di 50 anni possiedono un cervello con caratteristiche proprie di un individuo di 35 anni, mentre altri, pur essendo più giovani, presentano segni evidenti di decadimento. In particolare, uno studio condotto presso il King’s College di Londra ha evidenziato come la qualità del sonno, l’attività intellettuale continua e un regime alimentare ricco di antiossidanti siano associati a un rallentamento marcato dell’invecchiamento cerebrale.
In Europa, si osserva una significativa differenza tra i Paesi del Nord e quelli del Sud. Gli abitanti della Svezia e della Norvegia, ad esempio, sembrano mantenere una salute mentale migliore anche dopo i 60 anni, grazie a uno stile di vita attivo, a una dieta equilibrata e a un livello di stress generalmente più basso rispetto ad altre aree del continente.
Secondo gli esperti della Università di Cambridge, un altro fattore cruciale è la stimolazione mentale costante. Leggere, imparare nuove competenze, parlare più lingue e mantenere attive le relazioni sociali contribuiscono a preservare la plasticità cerebrale.
Durante la pandemia di Covid-19, molte persone hanno subito un invecchiamento accelerato del cervello, legato alla mancanza di contatti sociali, alla riduzione dell’attività fisica e all’aumento dei disturbi legati all’ansia e alla depressione.
Infine, i ricercatori dell’Università di Oxford hanno messo in evidenza quanto la musica, la meditazione e il tempo trascorso nella natura influenzino positivamente la memoria e la capacità di concentrazione. Un cervello sottoposto a stimoli positivi risponde meglio agli sforzi cognitivi e tende a invecchiare più lentamente.
Anche in Italia, in città come Milano, Roma e Firenze, numerose strutture sanitarie offrono check-up neurologici completi, con valutazioni neuropsicologiche e analisi dettagliate della funzionalità cerebrale. Questi esami possono fornire indicazioni precise sullo stato di salute del cervello e individuare eventuali segnali precoci di invecchiamento accelerato.