Quando si parla di latte, le opzioni disponibili sul mercato sono numerose: mucca, capra, pecora, bufalo e persino yak. Tuttavia, c’è un mammifero la cui assenza nel mondo lattiero-caseario è evidente: il maiale. Nonostante sia un animale che allatta naturalmente i propri piccoli, il suo latte non è mai diventato parte della nostra alimentazione. Le ragioni sono legate a fattori biologici, pratici e agricoli, ma se qualcuno decidesse di provare a berlo, cosa dovrebbe aspettarsi? E, soprattutto, che sapore avrebbe il latte di maiale?
Il latte di maiale: una rarità gastronomica
Nel 2024, il nome di Erik Stegink ha fatto il giro del mondo grazie a una sua invenzione particolare: il gelato di latte di maiale. La sua fattoria nei Paesi Bassi, precisamente nel villaggio di Bathmen, è stata la prima a proporre questa insolita prelibatezza. Secondo quanto riportato dal Times, il latte suino è stato un successo tra i curiosi del posto. In un’intervista a un’emittente locale, Stegink ha descritto il prodotto come “bello cremoso e un po’ grasso”.
Questa caratteristica è dovuta all’alto contenuto di grassi, che nel latte di maiale arriva a circa 8,5%, contro il 3,9% tipico del latte vaccino. Se da un lato questa composizione lo rende naturalmente più denso, dall’altro potrebbe rappresentare un ostacolo commerciale, considerando che molti consumatori preferiscono varianti più leggere.
Perché mungere un maiale è quasi impossibile
Se il latte di maiale è così ricco, perché non viene prodotto su larga scala? Uno dei principali problemi è la difficoltà nella mungitura. Robert Sietsema, reporter del Village Voice, ha esplorato questa curiosità parlando con un allevatore di maiali del Flying Pigs Stall a Union Square, New York. La risposta è stata chiara: “Mungere un maiale è un incubo”.
Le ragioni sono molteplici. Prima di tutto, le mammelle suine sono piccole, dure e difficili da raggiungere, a differenza di quelle delle mucche, che sono morbide e accessibili. Inoltre, i maiali sono animali poco collaborativi: sono veloci, nervosi e diffidenti, il che rende complicato anche solo avvicinarli per estrarre il latte.
Oltre alla difficoltà fisica, c’è un’altra questione fondamentale: il latte di maiale ha un sapore molto forte. Molti trovano già il latte di capra troppo intenso, e quello di maiale sarebbe ancora più “selvatico”, secondo chi lo ha provato. Questo aspetto riduce ulteriormente la possibilità che possa avere un mercato ampio.
Il sogno impossibile del formaggio di maiale
L’idea di produrre un formaggio di latte di maiale ha incuriosito diversi chef, tra cui Edward Lee, che ha cercato di ottenerne abbastanza per sperimentare in cucina. Tuttavia, le difficoltà incontrate hanno reso il progetto quasi irrealizzabile.
Come ha spiegato in un’intervista a Slate, il problema principale non è la lavorazione, ma la raccolta del latte. “Quando una scrofa è in lattazione, diventa incredibilmente aggressiva”, ha affermato Lee. “Sono animali intelligenti, sospettosi e paranoici, non vogliono che nessuno si avvicini alle loro mammelle”.
Un altro ostacolo è la quantità di latte disponibile. Una mucca può essere munta per circa 10 minuti consecutivi, mentre una scrofa produce latte per soli 15 secondi alla volta. Inoltre, ha fino a 14 mammelle, rendendo la mungitura ancora più complessa e caotica. Questi fattori rendono la produzione di latte di maiale poco pratica e incredibilmente costosa.
Perché continuiamo a preferire il latte di mucca
In definitiva, il motivo per cui il latte di maiale non è mai diventato un alimento comune è una combinazione di fattori biologici, economici e di gusto. Il latte vaccino resta la scelta più popolare perché facile da ottenere, versatile e accettato dal palato della maggior parte delle persone.
E se il latte di maiale sembra una curiosità gastronomica troppo estrema, ci sono altre alternative esotiche che potrebbero stuzzicare l’interesse dei più avventurosi. Per esempio, sapevi che esiste il formaggio fatto con latte di balena?