Una sorprendente rilevazione proveniente da un minuscolo punto luminoso nell’universo ha rivelato la presenza di ossigeno nella più antica galassia conosciuta: JADES-GS-z14-0, un sistema cosmico la cui luce ci giunge da quando l’universo aveva soltanto 294 milioni di anni. Questa osservazione, resa possibile grazie al contributo congiunto del telescopio spaziale James Webb (JWST) e dell’Atacama Large Millimeter Array (ALMA), modifica radicalmente le ipotesi sulla formazione stellare e chimica nelle prime epoche cosmiche.
La galassia, pur essendo di dimensioni decisamente inferiori rispetto alla Via Lattea, si distingue per una straordinaria attività di formazione stellare. Secondo quanto annunciato da due diversi gruppi di ricerca, è stato rilevato ossigeno all’interno di questo sistema primordiale: si tratta della rilevazione più distante mai ottenuta di questo elemento chimico.
La scoperta è di fondamentale importanza poiché, al momento del Big Bang, si formarono esclusivamente idrogeno, elio e tracce di litio. Gli elementi più pesanti, compreso l’ossigeno, si originano solo attraverso i processi di fusione nucleare all’interno delle stelle evolute. La presenza di ossigeno in una galassia così remota indica che la sua evoluzione chimica è avvenuta in modo incredibilmente rapido.
Il primo autore di uno degli studi, Sander Schouws, dottorando presso l’Osservatorio di Leiden, ha sottolineato: “È come osservare un adolescente in un luogo dove ci si aspetterebbero soltanto neonati. Questi dati dimostrano che la formazione galattica avviene a ritmi ben più accelerati di quanto avessimo immaginato”.
La galassia JADES-GS-z14-0 era già stata individuata nel 2024 grazie al JWST, ma solo successivamente, attraverso osservazioni approfondite con ALMA, si è compreso quanto fosse chimicamente evoluta. Le analisi mostrano infatti che possiede una concentrazione di elementi pesanti dieci volte superiore rispetto alle stime precedenti.
Il ricercatore Stefano Carniani, della Scuola Normale Superiore di Pisa e autore principale di un altro studio, ha commentato: “Sono rimasto senza parole davanti a questi risultati inaspettati, che offrono una prospettiva completamente nuova sulla nascita e sulla crescita delle prime galassie. La presenza di una galassia già matura in un universo ancora giovane apre interrogativi profondi su come e quando sia avvenuta la formazione galattica”.
Oltre a confermare la presenza di ossigeno, i dati raccolti hanno consentito di affinare la datazione dell’oggetto cosmico, confermando l’età di 294 milioni di anni dopo il Big Bang. La luminosità di JADES-GS-z14-0 fa supporre che, nel corso del 2025, potranno essere effettuate osservazioni ancora più profonde e lontane.
Anche Gergö Popping, astronomo dell’ESO presso il Centro Regionale ALMA Europeo, pur non essendo direttamente coinvolto nella ricerca, ha evidenziato l’importanza di questa scoperta: “Sono rimasto estremamente colpito dalla chiara identificazione dell’ossigeno in JADES-GS-z14-0. Questi risultati suggeriscono che i processi di formazione galattica possano aver avuto inizio molto prima e con maggiore rapidità di quanto si pensasse. Questo lavoro mette in risalto il ruolo essenziale di ALMA nello studio delle condizioni iniziali dell’universo e nella comprensione della nascita delle prime strutture cosmiche”.