Secondo un’accurata ricerca pubblicata su PLOS One, i cicli mestruali non compromettono le abilità cognitive delle donne. Una vasta meta-analisi, condotta da un gruppo di studiosi guidati da un comportamentista organizzativo dell’Università di Melbourne, ha esaminato 102 articoli scientifici peer-reviewed, smentendo definitivamente il mito del cosiddetto “cervello da ciclo”.
Il team di ricerca ha analizzato dati relativi a quasi 4.000 donne mestruate, monitorando le loro prestazioni durante le varie fasi del ciclo mestruale. L’indagine ha incluso test su memoria, creatività, intelligenza, funzione esecutiva, abilità verbali, capacità spaziali, funzioni motorie e attenzione. Gli articoli presi in considerazione rispettavano rigidi criteri di selezione: dovevano riportare misurazioni basate su giorni specifici del ciclo e non contenere termini come “gravidanza”, “cancro”, “infezione” o “disturbo”, per evitare variabili confondenti.
Nonostante la ben documentata fluttuazione di ormoni come estrogeni, progesterone e ormone luteinizzante durante il ciclo, i risultati emersi sono stati chiari: le differenze cognitive riscontrate erano talmente minime e inconsistenti da risultare insignificanti.
Il gruppo di ricercatori sottolinea come, storicamente, la convinzione che il ciclo mestruale limiti la lucidità mentale delle donne abbia contribuito a radicare pregiudizi culturali e ostacoli professionali. L’assenza di evidenze scientifiche a supporto di tale convinzione rappresenta un passo importante per smantellare discriminazioni di lunga data, che continuano a pesare sulle scelte di carriera e sul riconoscimento delle competenze femminili.
L’analisi si è concentrata su donne di genere biologico femminile e su articoli pubblicati esclusivamente in inglese, lasciando aperte domande su come tali dati possano estendersi a persone di generi diversi. Inoltre, non si può escludere che per alcune donne i cambiamenti fisiologici legati alle mestruazioni possano avere un impatto più marcato, ma su basi individuali e non generalizzabili.
Il lavoro ha anche evidenziato come i sintomi di sindrome premestruale (PMS) o di condizioni come dismenorrea ed endometriosi abbiano più a che fare con la risposta soggettiva agli ormoni piuttosto che con i livelli ormonali stessi. La fisiologia, dunque, non può essere considerata un destino ineluttabile quando si parla di capacità cognitive.
Gli autori dello studio ribadiscono che non vi è alcuna ragione scientifica per dubitare della prontezza mentale delle donne a causa del loro ciclo mensile. Le idee culturali e i luoghi comuni che continuano ad associare le mestruazioni a uno stato di confusione mentale sono completamente infondati.